"In Italia comandano gli ultrà!", Ipse dixit Fabio Capello

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PADOVA SUD
view post Posted on 28/10/2009, 22:52     +1   -1




Lo ha affermato l’attuale ct della nazionale inglese a Coverciano in occasione del seminario ‘Il calcio e chi lo racconta'. E ricorda: "Una volta quando allenavo in Spagna uno spettatore mi tirò una pallina di carta e fu subito buttato fuori". Pronta la risposta del presidente della Figc
Fonte: "quotidianonet.ilsole24ore.com"


Coverciano, 26 ottobre 2009 - "Qui in Italia comandano gli ultrà". Lo ha affermato l’attuale ct della nazionale inglese Fabio capello a Coverciano in occasione del seminario ‘Il calcio e chi lo racconta'.


"Purtroppo gli ultrà fanno tutto quello che vogliono. Allo stadio si può insultare tutto e tutti", ha insistito Capello, "in Spagna c’è grande rispetto e le famiglie vanno allo stadio con i propri bambini: è un altro mondo".


E ricorda: "Una volta uno spettatore mi tirò una pallina di carta e fu subito buttato fuori. Gli stadi in Spagna sono di proprietà e quindi possono essere strutturati come si vogliono. In Inghilterra gli stadi sono pieni, c’è voglia di andarci, non succede mai niente e gli steward svolgono un ruolo perfetto. Mi rammarico molto di quanto sta succedendo in Italia, il declino sarà sempre più evidente, basterebbe solo applicare la legge. Bisogna prendere una decisione da parte delle autorità e dei club affinchè la gente torni negli stadi e questi siano più accoglienti".



Roma, 26 ott. - (Adnkronos) - ''Capello dia un'occhiatina anche agli hooligans. Forse e' fermo a qualche anno fa, mi sembra che la situazione in Italia stia decisamente migliorando''. Mario Pescante, vicepresidente del Cio, commenta cosi' le dichiarazioni rilasciate oggi da Fabio Capello. Secondo il ct dell'Inghilterra, ''in Italia comandano gli ultras''. ''La situazione non e' ancora risolta ma stiamo andando nella direzione giusta'', dice Pescante a 'La politica nel pallone' su GR Parlamento.

E’ acceso il dibattito dopo le dichiarazioni di Capello, e dopo il rilancio di Ranieri, a proposito dei rapporti calcio italiano-ultras. Di ieri, poi, la contestazione a Formello dei tifosi della Lazio che, ovviamente, ha se possibile ancor di più rianimato la discussione. Abbiamo voluto entrare nella questione, chiedendo ai diretti interessati come stiano veramente le cose, sia per quanto riguarda quello che è successo ieri durante l’allenamento condotto da Mister Ballardini, sia più in generale sul tema della situazione e dei rapporti tra mondo Ultras e club. L’abbiamo fatto con Gianluca Tirone, portavoce degli Irriducibili Lazio.

......

Avrai sentito le accuse di Capello in merito al calcio italiano, accusato di essere in mano agli Ultras: che ne pensi? “Dico che certe dichiarazioni non le ha rilasciate quand’era qui, come mai? Dico che a Napoli c’è ancora un processo in corso che si chiama “Calciopoli” e che lui dovrebbe conoscere molto bene e che, forse, il calcio italiano era in mano a quella gente lì e non agli Ultras. Dico anche che probabilmente qualche tifoseria è aiutata dalle società per le coreografie e nell’organizzazione delle trasferte, ma se questo significa avere in mano il calcio italiano, allora si può dire qualsiasi cosa”.
 
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PADOVA SUD
view post Posted on 31/10/2009, 17:15     +1   -1




Violenza ultrà: Capello inglese e il Franchismo
Fonte: "it.eurosport.yahoo.com"

Carling Cup, Barnsley-Manchester United: otto arresti. Chissà se Fabio Capello l'ha saputo. Il ct dell'Inghilterra, lunedì a Coverciano, ha detto che il calcio italiano è prigioniero degli ultrà. Affermazione eccessiva e piuttosto datata: qualche anno fa era così, ora fortunatamente non più. Anche se restano problemi, non c'è dubbio, e in non tutti gli stadi la situazione è ideale (vedi San Paolo, Olimpico, eccetera). Ci sono ancora sacche di violenza e impunità. Qualche anno fa Capello era allenatore di Roma, Milan e Juventus: a quei tempi c'era davvero una situazione pessima nei nostri stadi, molto peggiore di quella attuale, ma non ricordiamo sue prese di posizione. Come mai? Elogiò, quando allenava il Real Madrid, invece l'ordine, la pulizia, la disciplina che si respirava nelle strade madrilene: merito, secondo lui, del Franchismo. Le dichiarazioni di Coverciano comunque hanno scatenato non solo un dibattito ma anche risposte piuttosto decise. Come quella di Gianni Pestrucci, numero 1 del Coni: ''Il fenomeno di cultura sportiva certamente non ci può venire dagli inglesi. Anzitutto non ci può venire dagli inglesi perché Capello purtroppo è stato sfortunato perché ha parlato il giorno di una partita che è stata quella del Middlesbrough contro il Leeds in cui ci sono stati lanci di bottigliette, ci sono stati inneggiamenti ad Istanbul dove nel 2005 sostenitori del Leeds persero la vita....''. Ma guardiamo in casa nostra. A due anni e mezzo dalla serrata del calcio italiano, dovuta all'uccisione dell'ispettore Raciti dopo il derby Catania-Palermo, Petrucci sostiene che l'Italia ha ''fatto dei passi da gigante, se così non fosse non si riconoscerebbe alle società, alla Lega, alla Federcalcio, al lavoro che fa il Ministro Maroni, il prefetto Manganelli che noi negli ultimi anni abbiamo fatto dei passi da gigante''. Secondo Petrucci e anche il Viminale, ''i disordini sono diminuiti'' e ''non è vero che gli ultras condizionano le società''. Lasciamo perdere un attimo il modello inglese: lì hanno stadi di proprietà, una legislazione severissima (anni di carcere, da scontare, per chi commettere reati da stadio...), celle negli stadi, prezzi dei biglietti altissimi per fare selezione sociale, eccetera. Poi quando vanno all'estero, soprattutto in certe Nazioni, hanno grossi problemi con gli hooligans. Ma veniamo a noi: dopo Raciti gli stadi sono diventati più sicuri. Biglietti nominativi, tornelli, filtraggi, stewards, controlli sugli striscioni, i Daspo, gli arresti. Il giro di vite pesante, una "repressione" mal accettata dagli ultrà. Molti gruppi si sono sciolti, non ci sono più i leader di una volta. Capello non ricorda cosa entrava ai suoi tempi negli stadi: i cori sui forni e sulle Foibe, le svastiche, i coltelli, eccetera. Ora la situazione è migliorata, anche se l'Osservatorio del Viminale non ha avuto in questi anni l'appoggio che si augurava da parte delle istituzioni calcistiche. Basta pensare alla tessera del tifoso: presentata male, gestita peggio da Maroni ora finirà in un cassetto. Venerdì i club di serie A chiederanno che il progetto venga rimandato alla prossima stagione (se va bene). Un fallimento. Resta il problema delle trasferte, è vero: fra le tifoserie più a rischio quelle di Atalanta, Napoli, Cagliari, Roma, Palermo, Livorno (per motivi politici non possono andare in alcuni stadi). Restano stadi mezzi vuoti, ma non solo per la violenza ma anche per il disagio e soprattutto per il caroprezzi. Non c'è la volontà di mettersi intorno ad un tavolo: Viminale e istituzioni sportive e riesaminare tutta la materia. Ad esempio la vendita dei biglietti con restrizioni assurde che penalizzano le persone per bene, i turisti, eccetera (già da noi più volte denunciato). Gli striscioni, poi: ben venga l'ironia, ci vuole un minimo di buon senso. Ci vuole maggiore coesione fra le questure, non tutte si comportano nella stessa maniera (Firenze è un modello di dialolgo, perché non provare?). C'è da ridiscutere il piano delle trasferte (ma adesso sui treni tutti pagano il biglietto, anche i tifosi). Si ricorda Capello cos'era l'Olimpico con le svastiche? Quelle per fortuna sono sparite. E la Nazionale italiana non porta al suo seguito un manipolo di hooligans, come succede a volte agli inglesi. Sì, c'è un gruppuscolo che si chiama Ultras Italia: non tengono nessuno in ostaggio, ma sono di estrema destra e si esibiscono a volte nel saluto romano (successo anche di recente a Dublino). Vengono dal Sud Est, da Latina, dalla Puglia. La Digos conosce tutti i loro nomi: sono circa duecento-trecento. Certo, vedere il saluto romano in tv, o qualcuno che inneggia a Mussolini, non dà certo una bella immagine all'Italia (oltre ad essere vietato) ma per fortuna questo gruppuscolo viene tenuto sotto tiro e sembra non crescere più di tanto. Peggio, ci creda Capello, sono certi hooligans inglesi quando vanno in Germania, in Olanda, in Polonia, eccetera. Ognuno ha i suoi problemi ma sostenere che negli stadi italiani comandano i violenti significa essere rimasti un po' indietro e soprattutto non risconoscere gli sforzi (non tutti felici, per carità) che sono stati fatti dopo la morte di Raciti.

Gli ultrà rispondono a Capello: se comandassimo noi andrebbe tutto meglio
Fonte: "www.ilmessaggero.it"

ROMA (29 ottobre) - La curva nord dell'Inter ha risposto a modo suo al ct della nazionale inglese Fabio Capello, che nei giorni scorsi aveva detto che nel calcio italiano comandano gli ultrà.

Nel corso del primo tempo al Meazza è stato esposto uno striscione che recita: Capello: se in Italia comandassero gli ultras, ci sarebbero leggi funzionali, prezzi popolari, stadi pieni e ... l'Europeo 2012!






 
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PADOVA SUD
view post Posted on 6/11/2009, 15:33     +1   -1




ANCELOTTI, IN INGHILTERRA CULTURA SPORTIVA SUPERIORE
Fonte: "www.agi.it"

(AGI/ITALPRESS) - Roma, 5 nov. - L'Italia non ha la cultura sportiva dell'Inghilterra. Carlo Ancelotti, allenatore del Chelsea capolitsa in Premier League, commentando per Sky Sport24 le parole del ct inglese, Fabio Capello, nonn si sbilancia sulla sua diciarazione secondo cui da noi comandano gli ultra' "Non so se e' cosi' - dice -. Ho sentito le sue dichiarazioni e devo dire che quello che succede in Inghilterra, di come la gente va allo stadio, sicuramente e' diverso rispetto all'Italia. Qui c'e' una bella cultura sportiva, la gente va per divertirsi, non c'e' violenza, non c'e' la polizia intorno alle partite,. Gli stadi sono molto confortevoli, da questo punto di vista l'Italia e indietro rispetto all'Inghilterra". Una una distanza colmabile... "Penso di si perche', come l'Inghilterra e' riuscita a fare enormi passi avanti dagli anni '80 ad oggi, credo che puo' farlo anche l'Italia, soprattutto da un punto di vista delle strutture. Qui gli stadi sono piu' belli". L'ex tecnico del Milan, poi, non condivide l'idea che per un allenatore in Inghilterra e' tutto piu' facile: "non e' piu' facile qua, diciamo che il lavoro e l'impegno sono gli stessi, c'e' meno pressione intorno al tuo lavoro e all'ambiente calcio. Qui il calcio e' vissuto come uno spettacolo, dove lo spirito polemico viene tralasciato". Sul segreto del suo Chelsea, poi, dice: "E' una squadra affidabile, che non e' stata costruita quest'anno e che tanti anni lotta ai vertici, con giocatori molto bravi".
 
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Scouser
view post Posted on 11/2/2010, 09:39     +1   -1




Fabio Capello a Parma: "Il calcio è in mano agli ultras. Le regole vanno fatte rispettare"
«Il calcio è in mano agli ultras. Purtroppo l'avevo già detto, molti mi dicevano che era una fesseria. Non mi interessa avere ragione, ma questa è la triste verità».
Lo ha detto oggi Fabio Capello durante un convegno a Parma. L'allenatore della Nazionale di calcio dell'Inghilterra ha partecipato a una conferenza sul confronto tra i modelli di management calcistico di Italia, Spagna e Inghilterra. L'incontro è stato organizzato dal Master di Organizzazione dello spettacolo sportivo (Moss).
Il ct ha ribadito quanto aveva già detto negli anni scorsi, attirandosi molte critiche. I recenti episodi di violenza e di criminalità collegati con il mondo del calcio, lo fanno propendere ulteriormente per questa netta presa di posizione. Un discorso molto ampio e generale, che parte dalla cultura di vivere gli stadi. Per Capello andrebbero aboliti gli striscioni e punta il dito contro i petardi, richiamandosi al rispetto delle regole. «La verità è che gli stadi vanno vissuti -ha detto Capello -, bisogna finirla con gli striscioni, i petardi. Servono regole certe, quello che è proibito al Nord a volte è permesso al Sud - l'accusa di Capello -. Le regole ci sono e vanno fatte rispettare. Prendete per esempio la Germania: il campionato là non è così affascinante come in Italia, Spagna o Inghilterra, eppure gli stadi in tutte le categorie sono sempre piene. Il motivo? Lo stadio è accogliente, la gente si diverte non solo nel 90'. Questa credo sia la strada giusta».
Durante l'incontro a Parma Capello - che ha ricevuto il premio «MasterMOSS alla carriera» - ha parlato anche della sua futura avventura ai Mondiali con la Nazionale dell'Inghilterra. «Una finale io e Lippi? Io firmo subito, ma ovviamente per un altro motivo», ha scherzato Fabio Capello. Poi un commento anche sul sorteggio nel girone di qualificazione agli Europei del 2012: «Se uno deve arrivare in fondo deve batterli tutti».

Sto qua o è mona o è in cattiva fede. DB
 
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ILOVECALCIOPADOVA
view post Posted on 11/2/2010, 10:02     +1   -1




La gente che sputa sul piatto dove ha mangiato per anni non la riesco a sopportare. Mi danno fastidio quasi come quelli che non fanno altro che lamentarsi o piangersi addosso.

Cmq per quanto riguarda gli stadi lui ha ragione al 100%, qui siamo al terzo mondo dell'impiantistica sportiva e non è un mistero. Però non dovrebbe parlare a sproposito di Ultrà etc etc visto le chicche continuano a regalarci gli inglesi..
 
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AntoPD
view post Posted on 11/2/2010, 16:46     +1   -1




Ma è verissimo che, almeno nelle grandi società, comandano gli ultras. Tipo quelli del Milan.
 
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PADOVA SUD
view post Posted on 11/2/2010, 17:05     +1   -1




CITAZIONE (AntoPD @ 11/2/2010, 16:46)
Ma è verissimo che, almeno nelle grandi società, comandano gli ultras. Tipo quelli del Milan.

Complimenti hai fatto l'esempio giusto! Di un pò: ma Berlusconi e Galliani secondo te non contano un cazzo?
 
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AntoPD
view post Posted on 11/2/2010, 17:07     +1   -1




Beh, se non comandano, gli ultrà ricoprono comunque una buonissima fetta d'importanza.
Oh, lo dico oltre che per notizie certificate, anche per quello che mi ha detto il fratello 27enne di un mio amico, che andava in curva Sud a San Siro abbonato.
 
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Elviz
view post Posted on 11/2/2010, 18:14     +1   -1




CITAZIONE (AntoPD @ 11/2/2010, 16:46)
Ma è verissimo che, almeno nelle grandi società, comandano gli ultras. Tipo quelli del Milan.

E' verissimo che ci sono tipologie diverse di ultras, anche se provvedimenti speciali/leggi sulla carta sono uguali per tutti.

ci sono gli ultras delle grandi squadre, che se non comandano (cosa poi?) però sono una "voce economica" importante, girano soldi come una vera azienda (e in alcuni casi lo sono pure)
gli ultras delle squadre del sud/di quelle tifoserie "che se lo possono permettere", per numeri o altro, che qualunque legge si faccia fanno quello che vogliono
gli altri, di solito ultras di squadre medie piccole o di piccole città, che sono la maggioranza, e che si beccano gran parte della merda.
Paragonare un ultras di Milan/Inter, uno di Napoli, uno del Padova è improponibile.
 
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AntoPD
view post Posted on 11/2/2010, 18:16     +1   -1




Sì beh io mi riferivo al fatto che buona parte del potere gli ultras del Milan ce l'hanno. Voglio dire, sono in grado di "ricattare" Galliani & B.
 
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PADOVA SUD
view post Posted on 11/2/2010, 19:14     +1   -1




Anto, in Italia gli ultras non hanno mai comandato realmente, nemmeno nelle città più grandi. Certo hanno volendo il potere di ricattare, possono creare delle lotte di potere per comandare una curva o una tifoseria ma assolutamente non decidono le strategie societarie. Questo perchè chi comanda le società è molto ma molto più spregiudicato di qualsiasi ultras. A meno che non vogliamo pensare che i soldi si facciano onestamente....

Quando gli ultras hanno pisciato fuori dal boccale hanno spesso e volentieri pagato, vedi a Milano o vedi anche i laziali, dove però Lotito ha fatto l'errore di inimicarsi l'intera tifoseria. E non conviene mai inimicarsi l'intera tifoseria. Però cmq lo scettro del potere non ce l'hanno in mano gli ultras.

Dirò di più: questa che "comandano gli ultras" è una scusa buona tirata fuori in varie riprese per nascondere quelli che sono i veri problemi del calcio italiano. A meno che non vogliamo pensare che i vari scandali e personaggi come i Moggi di turno siano creazione delle curve. Diciamo che gli ultras sono il capro espiatorio creato ad arte.

Vuoi un paese dove comandano veramente gli ultras? L'Argentina... Ma li è una situazione completamente diversa: parliamo di società che sono ad azionariato popolare, in cui il presidente viene eletto dall'assemblea dei soci-tifosi ed in cui le Barras Bravas (gli ultras locali) amministrano e muovono migliaia di voti e pertanto hanno potere.... Ma in Italia è diverso perchè le società sono spesso in mano a imprenditori/industriali che le usano per scaricare i debiti delle loro aziende. In un contesto simile gli ultras possono forse solo ottenere dei piccoli benefici, ma non certo comandare come dice Capello.
 
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AntoPD
view post Posted on 11/2/2010, 19:34     +1   -1




Sì, può darsi che comandare sia un termine forte che non esprime correttamente ciò che è il vero, me ne rendo conto.
Quando dico che quelli del Milan possono ricattare, sia chiaro, intendo in modo pacifico e strategico. E infatti quest'estate l'hanno fatto con successo. Non mi riferisco alle minacce di morte.
 
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PADOVA SUD
view post Posted on 11/2/2010, 20:31     +1   -1




Anche non in modo pacifico se è per questo....

Il discorso è che cmq il calcio italiano con credibilità pari a zero ormai, non può fare a meno degli ultras che sono gli unici che continuano ad andare allo stadio... Tante cose le dovranno rivedere, anche se loro insistono a dire di no...
 
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AntoPD
view post Posted on 11/2/2010, 22:08     +1   -1




Su questo siamo d'accordo.
 
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PADOVA SUD
view post Posted on 19/2/2010, 09:32     +1   -1




CRISI ROSSONERA . Dopo la sconfitta con l' Inter e la solita pioggia di oggetti dalle tribune, in societa' si fa addirittura strada un' ipotesi di complotto TITOLO: Milan ultra' : la partita e' politica La Questura: "Violenza fine a se stessa" Il tifoso Gay, consigliere di Rifondazione "Attenzione a non agitare falsi problemi" Capello: "In curva ci sono leoncavallini che odiano Berlusconi" - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - MILANO . Sono i giorni delle incertezze. Del desiderio di giustizia sommaria e dei propositi di abbandono. Sono anche i giorni del complotto. La sconfitta di Zurigo, sommata a quella nel secondo derby di Coppa Italia con il suo nuovo rigurgito di teppismo, ha mandato in tilt il cuore del Milan. Dopo il caso Konrad, la societa' campione d' Italia e campio ne di programmazione e' costretta a confrontarsi con qualcosa che non era stato programmato: l' irrazionalita' della violenza. C' e' qualcosa negli avvenimenti piu' recenti che impedisce all' establishment rossonero di guardare al futuro con la serenita' dei nervi distesi. Ed e' il sospetto del disegno sovversivo, dell' azione meditata per mettere nei guai il Milan e, attraverso il Milan, il suo presidente Silvio Berlusconi. "Seguo il calcio da quarant' anni . sostiene Adriano Galliani, vicepresidente rossonero . e in quarant' anni ho imparato che la violenza sugli spalti e' figlia di situazioni negative. Non mi era mai capitato di assistere al lancio di oggetti in campo in un momento di gioia quale dovrebbe essere la segnatura di un gol. Cio' che e' accaduto in occasione della partita con il Salisburgo e' quanto meno sospetto". Ieri Fabio Capello ha osservato una giornata di silenzio, come spesso gli accade dopo una gara di Coppa. Si tratti di Cop pa Italia o di Coppa dei Campioni. Pero' ha riflettuto. Sabato, durante l' ultimo allenamento prima della partita di campionato con la Samp, e ra stato durissimo con i suoi giocatori. Qualcuno (in particolare Simone) aveva censurato l' atteggiamento del pubblico che, spazientito dall' assenza di gol nella sfida con i blucerchiati, dopo la bottiglietta sulla testa di Konrad, aveva rovesciato sui rossoneri un diluvio di fischi accompagnati da cori alla bestemmia. "I nostri tifosi sono sempre stati esemplari . aveva tuonato il tecnico dei tre scudetti .. Se un cretino lancia in campo una bottiglia, non per questo si puo' criminalizzare tutto il pubblico". Arresosi all' evidenza del derby, Capello ha dovuto convenire ("Qui di cretini cominciano a essercene un po' troppi"), prima di tradire anch' egli il disagio da accerchiamento. "Infiltrati nella curva per danneggiare Berlusconi? Sono convintissimo di questo, magari si tratta di qualche leoncavallino...". E' una sensazione diffusa, questa della commistione fra pallone e lotta politica, nella repubblica rossonera. Ma siamo di fronte a uno scenario davvero credibile? In Questura si e' tentati di minimizzare. "Storicamente . fanno sapere i responsabili dell' ordine pubblico a Milano . il secondo anello della curva rossonera e' quello del tifo piu' caldo. Qui, in genere, quando compare, la violenza e' fine a se stessa. Difficile ipotizzarne un uso strumentale". Di Milan, di una curva storicamente orientata a sinistra ("Io sono un milanista da curva") e di centri sociali racconta Umberto Gay, consigliere comunale sotto le insegne di Rifondazione comunista. Fu proprio Gay a mediare con successo nella travagliata vicenda del "Leoncavallo". "La verita' e' una sola . spiega l' ultra' di Palazzo Marino .. Bisogna avere il coraggio di dire che e' la curva, tutta la curva, che sta portando avanti la sua grande provocazione. Gli infiltrati, se esistes sero, verrebbero divorati vivi. Da sempre alcuni centri sociali costituiscono parte integrante della curva milanista. No, il Leoncavallo non c' entra, quelli del Leoncavallo sono poco tifosi". Inquadrata "politicamente" la geografia del tifo ultra' , Gay analizza l' ipotesi del complotto antiberlusconiano. "Non credo proprio al complotto. Questa in realta' era la stessa curva che cantava "Berlusconi ole' " quando il Milan vinceva. Ricordo che di recente, nella partita con il Brescia, e' comparso lo striscione "Basta con il caro biglietti". Ecco, questo e' l' attacco della curva al cuore della societa' . Questo, e non altro. Capello dice certe cose perche' e' schierato politicamente. Bisogna stare attenti ad agitare falsi problemi, a non politicizzare quello che i ragazzi della curva, sebbene di sinistra, hanno sempre evitato di politicizzare. Il Milan deve fare i conti con la sua curva e basta: quello che e' accaduto mercoledi' e' la protesta per la seconda sconfitta consecutiva nel derby. Fossimo stati battuti da un' altra squadra e non dall' Inter, senz' altro tutto sarebbe filato liscio". Intanto, in attesa di chiarire i propri dubbi, ieri il Milan si e' presentato in Questura per trattare di argomenti piu' concreti. Come l' opera di prevenzione fuori e dentro San Siro. La prossima settimana Galliani incontrera' il questore e forse, piu' avanti, il ministro Maroni. Appaltato pure il progetto per una mega rete che isoli la curva Sud, dal terzo anello fino al terreno di gioco. Che tristezza... ------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: A Torino ritornera' in campo Gullit Desailly: "Adesso ci manca l' umilta' " I GUAI DELLA SQUADRA - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - MILANO . "Il Milan non fa piu' paura, non ha piu' la rabbia di prima. Inoltre manca l' umilta' . Insomma, siamo diventati una squadra come tante altre. La verita' e' che il declino del Milan dipende anche dagli anni che passano per Gullit, dal fatto che Van Basten e' fermo per infortunio. Il Milan non ha cambiato modo di giocare". Dopo le ferite del derby e prima della sfida con la Juve, il Milan deve fare i conti con un' intervista verita' che Marcel Desailly ha rilasciato al settimanale francese "France Football". A Torino i rossoneri, che sono chiamati a una gara che e' gia' spareggio, potranno contare sul pieno recupero di Gullit che, dopo l' attacco di sinusite, ieri si e' allenato regolarmente. Capello non ha ancora scelto la spalla dell' olandese: Massaro o Simone.

"Il Corriere della Sera", 28 ottobre 1994

Capello non è nuovo a dire cretinate del genere...

Mi permetto tuttavia di aprire una parentesi storica sull'epoca. Se qualcuno ha seguito il mondo ultras di quel periodo, ricorderà che a San Siro c'era una "spaccatura" che portò alla nascita delle cosidette "Brigate Rossonere 2", ovvero un nucleo emergente delle BRN che non si riconosceva nel gruppo storico... L'epilogo credo lo conosciate tutti: la morte di Spagnolo a Genoa-Milan del 29 gennaio 1995. Ma andiamo con ordine.

Capello parla di Leoncavallini, e dice una puttanata non da poco. E' vero che ai tempi la curva rossonera era ancora orientata a sinistra ed i centri sociali milanesi avevano il loro bel peso all'interno; tuttavia c'è da dire che 1-il Leoncavallo centrava pochino con la curva. Molti ragazzi di Fossa e Brigate venivano da altri centri sociali (Conchetta e Garibaldi), più clandestini e meno commercializzati del Leonka ma non per questo meno attivi. 2-Ai tempi non erano certo i compagni che sgomitavano per farsi spazio a San Siro... Se vi ricordate quell'anno era emersa una frangia delle Brigate Rossonere, ribattezzata "BRN 2", ovvero gente che non si riconosceva nel nucleo storico del gruppo e voleva tentarne la scalata... Le BRN 2 erano di tendenza destroide, raccoglievano qualche "vecchia faccia" e molti ragazzini giovani oltre a veri e propri elementi d'assalto come il Gruppo Brasato (pesantissimi). L'epilogo del gruppo fu la trasferta di Genova in cui venne ucciso Spagnolo, dopodichè ci fu "l'epurazione" da parte della curva prima ancora che della questura.

Tuttavia una cosa mi fa pensare: quante volte nella storia avete visto i milanisti (a maggior ragione ai tempi della Fossa) fare cazzate gratuite tipo tirare una bottiglia di plastica mezza vuota addosso al portiere (ben conoscendo oltretutto la severità dell'Uefa su questo tipo di episodi...)? Ve lo dico io: quando c'era qualcuno che decideva di battere i pugni sul tavolo...

Dite la vostra.
 
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16 replies since 28/10/2009, 22:50   175 views
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