RACITI

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PADOVA SUD
view post Posted on 19/11/2009, 06:00     +1   -1




Omicidio Raciti, il Ris:
“Non fu fuoco amico”

Fonte: "www.livesicilia.it"

La tesi di “fuoco amico” della difesa da “escludere” così come “i risultati dei carabinieri del Ris di Parma”; il decesso di Filippo Raciti “non avvenne subito” dopo essere stato colpito ed è “compatibile con il lancio del sottolavello”. Sono gli esiti della nuova perizia disposta dalla Corte d’assise e dal Tribunale per i minorenni di Catania per la morte dell’ispettore di polizia avvenuta il 2 febbraio del 2007 per le ferite riportate negli scontri con ultrà etnei dentro e fuori lo stadio Angelo Massimino durante il derby con il Palermo. Il documento è stato depositato agli atti del processo per omicidio volontario a Antonino Speziale, che si svolge davanti il Tribunale per i minorenni perché all’epoca dei fatti non era ancora maggiorenne. La perizia era stata disposta, e affidata agli stessi esperti, anche dalla Corte d’assise davanti la quale si celebra il processo, con le identiche accuse, a Angelo Daniele Micale. I due sono accusati di avere ferito Raciti usando a mò di ariete un sottolavello in lamierino. Gli imputati, che si sono riconosciuti nei filmati che li riprendono durante gli scontri, hanno sempre sostenuto di averlo lanciato in aria. L’esame dei periti in aula si terrà il prossimo 13 gennaio nell’aula bunker del carcere di Bicocca.
 
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PADOVA SUD
view post Posted on 21/12/2009, 19:38     +1   -1




E' in libertà Antonio Speziale, uno dei due indagati per l'omicidio di Filippo Raciti. L'ispettore capo di polizia fu ucciso il 2 febbraio 2007 durante il derby Catania-Palermo. Speziale - in attesa di giudizio per l'omicidio del poliziotto - era ai domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale. "Ho pagato gli errori che ho fatto, e voglio imparare a non commetterne più", ha detto Speziale ribadendo la propria estraneità al delitto.

La detenzione è dunque scaduta per fine pena. Filippo Raciti era stato ferito mortalmente durante gli scontri fra forze dell'ordine e tifosi ultrà del Catania. La notizia della libertà di Speziale è stata confermata dal suo legale, l'avvocato Giuseppe Lipera. Speziale era agli arresti domiciliari a Jesi, nelle Marche, dove si trovava per lavoro, e dove scontava una condanna a due anni di reclusione, che gli era stata inflitta dal Tribunale per i minorenni di Catania. Davanti allo stesso Tribunale è pendente anche il processo per omicidio, perché all'epoca dei fatti Speziale non era ancora maggiorenne.

Speziale lavora a Jesi, dove tre volte alla settima, su parere positivo del magistrato di sorveglianza del Tribunale per i minorenni di Ancona, ha svolto attività di volontariato nella locale sede della Croce Rossa Italiana.

Speziale: "Ho pagato per gli errorie commessi
"Ho pagato gli errori che ho fatto, e voglio imparare a non commetterne più. So di avere sbagliato, ma ribadisco la mia estraneità alla morte dell'ispettore Filippo Raciti". Con queste parole Speziale ha commentato il suo primo giorno di libertà. "Sono contento di essere libero - aggiunge - ma adesso mi devo liberare dall'altra accusa, che respingo con fermezza nel rispetto del dolore altrui. Adesso voglio pensare a costruirmi la vita. Trascorrerò il Natale a casa dai miei familiari e poi penserò al mio futuro. Il Catania? Lo seguo in televisione perché ho il Daspo (il divieto di accedere alle manifestazioni sportive ndr) e guardo quello che si può mentre firmo in caserma. Ma i veri problemi sono altri. Sono certo di avere ancora delle possibilità e questo grazie alla mia famiglia e al mio legale, l'avvocato Giuseppe Lipera, che mi sono sempre vicini".

Fonte: Tg Com
 
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berto1910
view post Posted on 2/2/2010, 18:43     +1   -1




Il dramma Raciti, tre anni dopo
"E' cambiato poco, stadi violenti"


La vedova dell'agente di polizia ucciso dopo il derby Catania-Palermo polemica con il mondo del calcio e il Catania. "Ancora tanti brutti episodi e la legge non è applicata: aspetto ancora giustizia e mai visto nessuno della società etnea"


Domani sono tre anni: il 2 febbraio 2007 l'ispettore capo della polizia di Stato, Filippo Raciti, fu ucciso dopo il derby Catania - Palermo. Da allora una nuova legge contro la violenza dentro e fuori gli stadi e l'Italia che chiede di organizzare gli Europei del 2016.


Cosa è cambiato? Davvero si respira un'aria nuova?
"No, non è così: non è cambiato nulla. Purtroppo": c'è amarezza profonda nelle parole di Marisa Grasso, vedova Raciti.
"Purtroppo negli stadi ci sono ancora persone che non ci dovrebbero stare. Fortunatamente non ci sono stati altri poliziotti morti e anche i controlli sono aumentati, è vero: ma assistiamo ancora a troppi brutti episodi e la legge non sempre è stata applicata".

Come sta andando il processo ai presunti colpevoli per la morte di suo marito?
"Sta andando avanti, da tre anni. Sto assistendo alle udienze: aspetto ancora giustizia, e spero che arrivi presto".

Da dove bisogna cominciare a combattere per evitare la violenza negli stadi?
"Dalla scuola. Dall'educazione dei giovani. Cosa che io sto cercando di fare. Ho fatto il giro d'Italia per parlare coi ragazzi, sono stata soprattutto al Centro-Nord. Meno al Sud, le sembra strano? A Catania sarò andata a una, due scuole in tre anni...".

Come mai? I suoi rapporti con la città come sono?
"Il Comune di Catania ha intitolato a mio marito un parcheggio, una specie di slargo... Un posto dove ho vergogna a portare i miei figli. Che messaggio educativo dà questa città?".

E con il Catania Calcio come sono i rapporti?
"La società non l'ho vista, né io né i miei figli. E non ho nemmeno piacere di incontrarli".


Il Ministero dell'Interno le è stato vicino in questi anni?
"Ho un ottimo rapporto con il capo della polizia, Antonio Manganelli. Stop. Per favore mi faccia un'altra domanda".

I suoi figli sono mai tornati in uno stadio?
"Solo una volta, una bellissima esperienza: devo ringraziare Adriano Galliani che ci ha invitati al Massimino perché questo ha permesso a mio figlio Alessio di superare il trauma. Poi non ci siamo più tornati. Ora mio figlio è tornato a giocare al calcio: fa il portiere, gli compro sempre le figurine Panini... Mia figlia ha 18 anni, prima giocava a volley. Ora è una ragazza, figlia di un poliziotto, che conosce la realtà siciliana, che studia e prende buoni voti".
 
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Ragasso Acqua e Sciacquone
view post Posted on 2/2/2010, 18:59     +1   -1




MARISA...STADI VIOLENTI? SEGNI PARTICOLARI:

UNO BIANCA!
 
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PADOVA SUD
view post Posted on 3/2/2010, 01:59     +1   -1




Al di la della simpatia o antipatia che può provocare questa donna, mi viene una riflessione.... È evidente che siamo di fronte a una donna lasciata sola a crescere due figli ed abbandonata dallo stato che suo marito aveva servito in vita.... Il suo sfogo è verso "i violenti degli stadi" e qui si potrebbe discutere per ore, ma credo che in realtà gliene freghi poco: la sua priorità è la sua famiglia, i suoi due figli e si ritrova sola. Lo stato l'ha abbandonata dopo tante belle parole e personalmente nella sua intervista leggo questa amarezza, al di la dei ragionamenti sulla violenza e sull'educazione. Poi ognuno tiri le sue conclusioni, c'e chi dirà "cassi sui!" e può avere ragione da un certo punto di vista, c'e chi dirà che suo marito ha fatto il poliziotto per scelta e che il poliziotto comporta determinati rischi e quindi inutile piangere.... A me viene da fare il paragone con altri "servitori dello stato" morti per causa di servizio, tipo Valery degli Sconvolts Cagliari, tipo i caduti di Nassirya, tipo tutti quelli che ci hanno lasciato le penne in polizia, nei carabinieri, nella finanza o nell'esercito.... Tutti a vario titolo servivano lo stato, e tutte le loro famiglie vi diranno la stessa cosa: lo stato li ha abbandonati!

A questo punto mi chiedo se abbia un senso tutto ciò e se non sia il caso di cominciare a ragionare in un'altra ottica.... A partire proprio da quegli uomini di stato che dovrebbero rendersi conto per primi che non stanno servendo una bandiera ma solo dei papponi che gli danno ordini seduti dietro una scrivania e che un domani li scaricheranno.... Per finire al popolo che dovrebbe capire di non aver bisogno di partiti o partitini.... Lo stato siamo noi? Bene, ci autogoverniamo! Governare gli italiani non è impossibile ma è inutile? Ed allora fuori dalle palle tutta questa classe politica!

Ovviamente sto facendo una considerazione un pò più ampia dei soliti slogan.... La vita è una ruota che gira e c'e chi ha pianto Raciti, subito dopo c'è stato chi ha pianto Sandri.... Ed in tutti questi casi c'e una costante che si ripete: manca la giustizia! Raciti è finito sotto un defender, ma non lo potevano ammettere, hanno dovuto prendere un capro espiatorio che ha scontato anni di galera per poi ritrovarsi con una semplice accusa di resistenza aggravata.... Uno in più che aspetta giustizia.... Gabriele Sandri è stato ucciso da uno psicopatico che per poco non riceve una medaglia al valore.... C'e qualcosa che non va'...

Di sicuro, e vale per tutti sia portatori che non portatori di divise, fino a che continuiamo ad aspettarci qualcosa da questo stato non arriveremo a nulla.... Pensate se non è vero....
 
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PADOVA SUD
view post Posted on 3/2/2010, 09:06     +1   -1




Mi rendo conto che il ragionamento è stato forse troppo serio e facilmente fraintendibile, quindi a scanso di tutto una dedica:

 
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Scouser
view post Posted on 3/2/2010, 11:34     +1   -1




Padova Sud, in linea di massima concordo con il tuo ragionamento, però i giornalai che pubblicano queste interviste di accusa farebbero bene anche a chiarire in che posizione si trova realmente la signora Marisa. Perchè a fare i piangina son capaci tutti ma bisogna chiarire cosa si intende per essere lasciati soli dallo Stato e mi pare che i giornalai siano sempre meno avvezzi a documentare le notizie che pubblicano. In proposito trovo molto interessante questa interrogazione parlamentare che ho trovato sul sito www.vittimedeldovere.it ( :sick: ) che ha per oggetto proprio il risarcimento elargito alla famiglia Raciti. Stando alla fanzine Libero tale risarcimento sarebbe stato di soli 500 euro al mese. E' abbastanza lunga ma ve la propongo per esteso.

Interrogazione parlamentare su provvedimenti in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità presentata dal Sen. Paravia
Legislatura 15º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 278 del 17/01/2008

SENATO DELLA REPUBBLICA
XV LEGISLATURA

278a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO
SOMMARIO E STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 17 GENNAIO 2008
(Pomeridiana)


Presidenza del vice presidente ANGIUS,
indi del presidente MARINI

PRESIDENTE. Segue l'interrogazione del Sen. Paravia 3-00648 su provvedimenti in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità.

Interrogazione su provvedimenti in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità

(3-00648) (10 maggio 2007)
PARAVIA. - Ai Ministri dell'interno, della difesa e della giustizia. - Premesso che:
le leggi 466/1980, 302/1990, 407/1998, 206/2004 e loro successive modificazioni, stabiliscono benefici, provvidenze e misure di sostegno e tutela a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità;
la legge 266 del 2005, all'art. 1, commi 562, 563, 564, 565, disciplina la progressiva estensione dei benefici già previsti in favore delle vittime della criminalità e del terrorismo a tutte le vittime del dovere, autorizzando la spesa annua nel limite massimo di 10 milioni di euro a decorrere dal 2006;
sulla Gazzetta Ufficiale n. 183 dell'8 agosto 2006, è stato pubblicato il decreto del Presidente della Repubblica 243/2006 contenente il regolamento inerente i termini e le modalità di corresponsione delle predette provvidenze;
in ogni Paese civile dovrebbero essere risarcite le famiglie dei tutori dell'ordine in tempi ragionevoli;
in questi giorni ricorre il terzo trigesimo dalla tragica scomparsa dell'isp. Filippo Raciti negli incresciosi fatti di Catania;
un articolo apparso sul quotidiano «Libero» del 6 febbraio 2007, afferma che la vedova Raciti beneficerà di un vitalizio di soli 500 euro mensili, poiché il defunto ispettore Raciti, alla data della sua morte, non avrebbe maturato la pensione che sarebbe stata reversibile;
l'interrogante, nel corso della seduta di Assemblea n. 101 del 6 febbraio 2007, nella discussione sulle «Comunicazioni del Ministro dell'interno sui tragici fatti di Catania e sul fenomeno della violenza negli stadi», chiese al Ministro «di assumere un preciso impegno: che alle parole di solidarietà seguano i fatti di solidarietà»;
come disposto dall' art. 9, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 510/1999, il Ministero dell'interno provvede alla concessione dei benefici entro il termine stabilito dal regolamento di cui agli articoli 2 e 4 della legge 7 agosto 1990, n. 241, elevato di ulteriori trenta giorni nei casi di sospensione regolati dal successivo articolo 10, mentre risulta all'interrogante che numerosi processi starebbero attendendo una conclusione da oltre 3 o 4 anni, l'interrogante chiede di sapere:
se il Ministero abbia provveduto al risarcimento alla vedova Raciti, come da impegni assunti in Assemblea al Senato dal Ministro
;
quanti siano, ad oggi, i procedimenti pendenti in attesa di risarcimento ai sensi della normativa vigente e, in caso affermativo, per quali ragioni;
se il Ministro in indirizzo non ritenga di adottare provvedimenti volti a prevedere procedure semplificate e termini più brevi per la concessione dei benefici di cui in premessa.
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.
NACCARATO, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, onorevoli senatori, prima dì rispondere all'interrogazione del senatore Paravia, desidero ribadire, a nome del Governo e mio personale, la piena solidarietà nei confronti di tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine, che quotidianamente, rischiando la vita, garantiscono la sicurezza dei cittadini.
E' il caso dell'ispettore superiore, sostituto ufficiale di pubblica sicurezza, Filippo Raciti che, come testimonia la motivazione del conferimento della medaglia d'oro al valor civile, il 2 febbraio 2007 - cito testualmente - «con spiccata professionalità, non comune determinazione operativa e consapevole sprezzo del pericolo, si prodigava nel fronteggiare e respingere un gruppo di facinorosi tifosi catanesi, rimanendo mortalmente ferito nei corso dei violentissimi scontri».
La credibilità delle istituzioni e dello Stato nella coscienza dei cittadini pretende che a tali riconoscimenti seguano misure tempestive anche di carattere economico alle famiglie di tali eroi così drammaticamente e duramente colpite e, nel caso di cui ci stiamo occupando, a sostegno dalla vedova Raciti, signora Marisa Grasso e dei figli minori, Alessio e Fabiana. Informo il Senato che il Ministero dell'interno - che si è costituito parte civile nei procedimenti
penali instaurati per i fatti accaduti - ha corrisposto, a decorrere dal 1° marzo 2007, la pensione ordinaria indiretta (per un importo netto mensile di circa 1.400 euro) e, dal successivo mese di luglio, ma con decorrenza sempre dal 1° marzo, la liquidazione del trattamento pensionistico speciale (per un importo netto mensile di circa 2.417 euro).Quest'ultimo importo è commisurato agli emolumenti attribuiti al personale in servizio con qualifica superiore a quella di Raciti alla data del decesso e sarà aggiornato sulla base dei relativi aumenti di stipendio. Questo perché, con decorrenza del 2 febbraio scorso, l'ispettore capo della Polizia di Stato Filippo Raciti è stato promosso, per merito straordinario, alla qualifica di ispettore superiore e i suoi eredi avranno quindi diritto a tale trattamento pensionistico. Con mandato del 26 febbraio 2007, la sede dell'INPDAP di Catania ha corrisposto alla signora Grasso, vedova Raciti, l'indennità di buonuscita, calcolata in base all'anzianità previdenziale maturata dal marito (per un importo netto di circa 35.600 euro).
Con decreto ministeriale del 29 maggio 2007, l'Amministrazione dell'interno ha inoltre provveduto a liquidare alla signora Grasso l'equo indennizzo di prima categoria (pari a circa 39.500 euro netti). Tutti i benefìci di natura previdenziale previsti dalla vigente normativa sono stati corrisposti nella piena osservanza dei termini del procedimento amministrativo, di cui alla legge n. 241 del 1990.
Con pari tempestività sono state completate le procedure finalizzate alla concessione delle speciali elargizioni spettanti, in base alla normativa vigente, alla famiglia dell'ispettore superiore Filippo Raciti, quale vittima del dovere.
Infatti, il 13 novembre 2007 è stato adottato, in favore della vedova e dei due figli minori, il decreto per la concessione della speciale elargizione in misura massima, rivalutata secondo l'indice ISTAT (circa 220.700 euro).
II successivo 14 novembre è stato emanato anche il provvedimento relativo all'attribuzione dell'assegno vitalizio mensile che spetta non solo alla signora Grasso, ma anche a ciascuno dei due figli. Detto importo, non reversibile, è esente dall'IRPEF ed è soggetto a perequazione automatica.
Le somme destinate ai minori verranno elargite non appena perverrà al Ministero dell'interno, che ne ha già sollecitato il rilascio, l'atto con cui il giudice tutelare dispone l'impiego degli importi.
Oltre ai benefìci di natura economica, le vigenti disposizioni prevedono l'assunzione diretta nelle qualifiche iniziali di agente o di operatore tecnico della Polizia di Stato, in favore dei componenti del nucleo familiare, di un operatore di Polizia vittima del dovere. Ciò a condizione che i beneficiari ne facciano richiesta e che siano in possesso dei requisiti necessari.
Poiché la signora Grasso non ha finora presentato alcuna richiesta di assunzione, detto beneficio potrà eventualmente essere fruito dai due figli al raggiungimento della maggiore età.
Da quanto sopra esposto, emerge con evidenza che il Ministero dell'interno ha espletato ogni adempimento a favore del nucleo familiare dell'ispettore superiore Filippo Raciti.
Assicuro che uguale impegno viene profuso per l'espletamento di tutte le procedure amministrative volte all'erogazione dei benefìci di cui alla normativa menzionata dagli onorevoli interroganti.
Da tempo è in atto una progressiva estensione dei benefìci già previsti per le vittime della criminalità e del terrorismo a tutte le vittime del dovere, ai sensi della legge 23 dicembre 2005, n. 266, che ha autorizzato la spessa annua nel limite massimo di 10 milioni di euro, a decorrere dal 2006.
Tenuto conto della limitatezza degli stanziamenti, il decreto del Presidente della Repubblica n. 243 del 7 luglio 2006 ha previsto la formazione di una graduatoria unica nazionale di tutte le posizioni tutelate, secondo l'ordine cronologico. Ricordo che lo stesso regolamento differenzia i benefìci economici secondo l'entità del danno e riserva la somma di 500.000 euro all'anno, a gravare sui predetti 10 milioni, per le provvidenze da corrispondere, eventualmente in via d'urgenza, in relazione agli eventi verificatisi dal 1° gennaio 2006 (ex articolo 3, comma 6).
II Governo, tenuto conto dell'importanza di assicurare prontamente gli interventi di solidarietà statali, con l'articolo 34 del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159 (recante «Interventi urgenti in materia economico-finanziaria per lo sviluppo e l'equità fiscale»), convertito in legge lo scorso 29 novembre 2007, ha previsto un ulteriore stanziamento di 173 milioni di euro per l'anno 2007, 2,72 milioni di euro per l'anno 2008 e 3,2 milioni di euro a decorrere dal 2009, per le speciali elargizioni in favore delle vittime del dovere e dei loro familiari superstiti e alle vittime della criminalità organizzata.
Inoltre, la legge finanziaria del 2008 riconosce, a decorrere dal corrente anno, alle vittime della criminalità organizzata e del dovere, ai sindaci vittime di atti criminali nell'ambito dell'espletamento delle loro funzioni, nonché ai loro familiari superstiti, i benefìci economici delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice, di cui all'articolo 5, commi 3 e 4, della legge 3 agosto 2004, n. 206.
Per quanto riguarda infine i procedimenti pendenti in attesa di risarcimento, preciso che al momento, su un totale di 938 richieste, ne sono state definite 532 (cioè il 57 per cento) e sono in istruttoria 406 casi. Relativamente a questo ultimo dato, va precisato che dal 15 ottobre ad oggi sono pervenute 200 richieste relative alla legge n. 266 del 2005 e 145 in applicazione di altre normative sulle vittime del dovere.
II Governo si sta adoperando anche per semplificare i procedimenti amministrativi per la concessione di tali benefici. Ricordo che sulla base dell'articolo 3 della delega prevista dalla legge di semplificazione per l'anno 2005, il Ministero dell'interno sta predisponendo uno schema di provvedimento normativo, da sottoporre all'esame di un apposito tavolo tecnico interministeriale, già istituito, al fine di addivenire ad un testo concordato, tenendo conto delle risultanze delle recenti modifiche normative.
PARAVIA (AN). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Senatore Paravia, le ricordo che, ai sensi del Regolamento, lei dispone di cinque minuti per la sua replica.
PARAVIA (AN). Ne impiegherò anche meno, signor Presidente.
PRESIDENTE. Gliel'ho ricordato, perché vorrei riuscire a far svolgere anche l'interrogazione successiva. Non so, invece, signor Sottosegretario e onorevoli colleghi, se faremo in tempo a svolgere l'ultima interrogazione all'ordine del giorno. Vedremo.
PARAVIA (AN). Signor Presidente, vorrei anzitutto ringraziare il Sottosegretario per la sua risposta. Non avevo dubbi circa la tempestività con cui sarebbero stati corrisposti alla vedova Raciti tutti i suoi diritti, per sé e per i suoi figlioli. La prego però vivamente, senza costringermi a ripresentare un'ulteriore interrogazione, di rispondere successivamente, con tempestività, anche eventualmente all'interno di una relazione sua o del ministro dell'interno, in merito a quei 400 e passa casi non ancora affrontati.
Nella mia interrogazione chiedevo specificamente quanti siano ad oggi i procedimenti pendenti in attesa di risarcimento ai sensi della normativa vigente e, in caso affermativo, per quali ragioni.
Lei ha specificato che i casi in oggetto sono oltre 400, ma sulle ragioni non mi ha certamente risposto con sufficienza; confido che i suoi uffici, il Ministro e gli altri Sottosegretari sappiano impegnarsi nelle prossime settimane (non auguro al Governo un tempo di vita maggiore) al fine di provvedere a quanto di loro competenza.
PRESIDENTE. La ringrazio, senatore Paravia, per la sua collaborazione.


Dunque, stando a quanto dice il sottosegretario ai rapporti con il parlamento, la signora Marisa dopo la morte del marito ha ricevuto e riceverà:
*pensione ordinaria indiretta 1400€ al mese
*trattamento pensionistico speciale 2417€ al mese
*indennità di buonuscita 35600€ netti
*equo indennizzo di prima cat. 39500€ netti
*speciale elargizione 220700€
*assegno vitalizio mensile di importo non specificato sia per la signora marisa che per i due figli dell'ispettore(esente IRPEF!)
Inoltre, nel caso in futuro i figli o la moglie volessero ripercorrere le orme di pippo raciti avranno diritto all'assunzione diretta nella polizia di stato.

Beh mica male direi. Vogliamo scommettere che lo stesso trattamento non è riservato alla famiglia Sandri o a quella di qualunque cristiano che muore cadendo da un'impalcatura svolgendo il suo umile lavoro? :blink:
 
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Ragasso Acqua e Sciacquone
view post Posted on 3/2/2010, 20:13     +1   -1




a scanso di equivoci un sonoro vaffanculo alla signora marisa, non per la perdita del marito (cui invece, da essere umano va la mia solidarietà) ma per tutti i discorsi del cazzo che ha tenuto dal 2007 in poi incassando fior di soldi. Lucrando su una morte. E adesso che so che piglia anche sti soldi, che se ne stia nel suo recinto e non rompa i coglioni che qui c'è gente che ha perso un familiare in un incidente stradale mentre lavorava o mentre stava sistemando un cazzo di collegamento elettrico senza ricevere il becco di un quattrino...anzi talvolta trovando ostacoli insormontabili ed inconcepibili nel caos italiota della giustizia e delle sue leggi.

A me sta donna non fa proprio pena. Ricordo bene le sue parole immediatamente dopo la morte di sandri.

Quanto allo stato...lo stato siamo noi. O c'era per caso berlusconi un anno fa mentre pestavano di botte un nostro coetaneo e tutti rimanevano fermi? Prima di debellare il cancro della politica è tempo di smuovere la maggioranza di coglioni e pecoroni che campano al nostro fianco, gente che non gliene fotte un cazzo di uno sciopero o dei diritti finchè non si trovano LORO su una strada.
 
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Scouser
view post Posted on 9/2/2010, 20:02     +1   -1




Omicidio Raciti, Speziale condannato
A quattordici anni di reclusione
09 febbraio, 20:00

CATANIA - Il Tribunale per i minorenni di Catania ha condannato a 14 anni di reclusione e a cinque anni di interdizione Antonino Speziale per l'omicidio dell'ispettore di polizia Filippo Raciti, morto per i postumi di ferite riportate durante gli scontri del derby di calcio con il Palermo giocato il 2 febbraio del 2007 nello stadio Angelo Massimino. L'accusa aveva chiesto la sua condanna a 15 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. Il processo si è celebrato davanti il Tribunale per i minorenni perché l'imputato, all'epoca dei fatti, non era ancora maggiorenne.

Alla lettura della sentenza in aula erano presenti l'imputato e i suoi genitori, la vedova di Raciti, Marisa Grasso, e i genitori dell'ispettore di polizia. Secondo l'accusa Speziale durante l'arrivo dei tifosi del Palermo al Massimino avrebbe lasciato il suo posto allo stadio per scontrarsi con gli ultras 'rivali' e avrebbe utilizzato un sottolavello in metallo, usandolo a mò d'ariete, contro le forze dell'ordine che cercavano di bloccarli. In quell'occasione, davanti all'ingresso della Curva Nord, avrebbe ferito mortalmente, con una lesione al parenchima del fegato, l'ispettore Raciti. Con lui avrebbe agito anche un altro ultras del Catania, Daniele Michele, per il quale, in un processo separato davanti la Corte d'assise di Catania, l'accusa ha chiesto oggi la condanna a 11 anni di reclusione: 10 per omicidio preterintenzionale e un anno per resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Per quest'ultimo reato Speziale è stato già condannato, con sentenza definitiva, a due anni di reclusione, che ha già scontato.

 
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Ragasso Acqua e Sciacquone
view post Posted on 9/2/2010, 20:07     +1   -1




CITAZIONE (Scouser @ 9/2/2010, 20:02)
Omicidio Raciti, Speziale condannato
A quattordici anni di reclusione
09 febbraio, 20:00

CATANIA - Il Tribunale per i minorenni di Catania ha condannato a 14 anni di reclusione e a cinque anni di interdizione Antonino Speziale per l'omicidio dell'ispettore di polizia Filippo Raciti, morto per i postumi di ferite riportate durante gli scontri del derby di calcio con il Palermo giocato il 2 febbraio del 2007 nello stadio Angelo Massimino. L'accusa aveva chiesto la sua condanna a 15 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. Il processo si è celebrato davanti il Tribunale per i minorenni perché l'imputato, all'epoca dei fatti, non era ancora maggiorenne.

Alla lettura della sentenza in aula erano presenti l'imputato e i suoi genitori, la vedova di Raciti, Marisa Grasso, e i genitori dell'ispettore di polizia. Secondo l'accusa Speziale durante l'arrivo dei tifosi del Palermo al Massimino avrebbe lasciato il suo posto allo stadio per scontrarsi con gli ultras 'rivali' e avrebbe utilizzato un sottolavello in metallo, usandolo a mò d'ariete, contro le forze dell'ordine che cercavano di bloccarli. In quell'occasione, davanti all'ingresso della Curva Nord, avrebbe ferito mortalmente, con una lesione al parenchima del fegato, l'ispettore Raciti. Con lui avrebbe agito anche un altro ultras del Catania, Daniele Michele, per il quale, in un processo separato davanti la Corte d'assise di Catania, l'accusa ha chiesto oggi la condanna a 11 anni di reclusione: 10 per omicidio preterintenzionale e un anno per resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Per quest'ultimo reato Speziale è stato già condannato, con sentenza definitiva, a due anni di reclusione, che ha già scontato.

sinceramente non ho capito un cazzo di questo processo.
 
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PADOVA SUD
view post Posted on 14/2/2010, 15:24     +1   -1




In Italia ce ne siamo ormai accorti da tempo, la giustizia è un tema caldo, scottante…ed incredibilmente inefficente.

Qualche giorno fa è arrivata la condanna di 14 anni da parte del Tribunale per i Minorenni ad Antonio Speziale, accusato di aver ucciso il 2 Febbraio 2007 l’Ispettore di Polizia Filippo Raciti. Consultando i principali quotidiani nazionali ed i telegiornali è stato facile constatare come tutti si siano affrettati a riportare la notizia descrivendola come una vittoria da parte della Giustizia la quale aveva finalmente reso quanto tolto alla famiglia Raciti. Ma nessuno ha detto che la condanna è arrivata praticamente senza prove effettive.

Ripercorriamo i fatti, venerdì 2 Febbraio 2007 allo stadio “Cibali” di Catania si gioca il derby della Sicilia tra Catania e Palermo. Prima, durante e dopo l’incontro è caratterizzato da violenti scontri, i supporters rosanero vengono fatti entrare nel proprio settore solamente a partita iniziata “per ragioni di sicurezza” (molto probabilmente farli entrare prima dell’inizio sarebbe stato meno deleterio all’ordine pubblico) al termine della partita la tragica notizia della morte di un ispettore di Polizia. Filippo Raciti.

Inizialmente la voce diffusa è quella di una bomba carta lanciata contro il poliziotto poi nei giorni seguenti la versione cambia, si parla di un oggetto contundente usato in maniera letale nei confronti di Raciti, oggetto che viene identificato in un sottolavello. Si procede all’arresto di un giovane 17enne, Antonino Speziale che quella sera è stato ripreso dalle telecamere nel bel mezzo degli incidenti mentre impugna un oggetto che sembra corrispondere a quello incriminato.

Da li in poi il buio, intervallato però da una flebile voce, quella dei Ris di Parma, sottaciuta in maniera incredibile da media ed investigatori.

E’ il maggio del 2007 ed i Ris di Parma sollevano i primi dubbi sulla presunta arma che avrebbe ucciso l’ispettore, attraverso un comunicato fanno sapere che “In tale quadro e alla luce delle conclusioni medico-legali e dei filmati a disposizione, pur non potendo esprimersi per una diagnosi definitiva, l’ipotesi della inidoneità sembra riunire maggiori elementi di probabilità”.

Parole chiare ed inquivocabile che vengono suffragate dalle dichiarazioni di un collega di Raciti “…innescata la retromarcia, ho spostato il Discovery di qualche metro. In quel momento ho sentito una botta sull’autovettura e ho visto Raciti che si trovava alla mia sinistra insieme a Balsamo portarsi le mani alla testa. Ho fermato il mezzo e ho visto un paio di colleghi soccorrere Raciti ed evitare che cadesse per terra” queste dichiarazioni ancor più chiare delle precedenti vennero subito insabbiate e fatte cadere nel dimenticatoio.

Come nel dimenticatoio vennero fatti cadere i segni di vernice blu rinvenuti sugli abiti del defunto, il colore della medesima tuttavia, stando alle analisi dei periti, non è riconducibile a quella del Discovery in forza alla Polizia ma piuttosto alle strisce blu che delimitano i parcheggi. Ciò sta a significare che Raciti ha avuto un violento impatto con la sede stradale dopo essere caduto.

Nel frattempo in Italia si scatena la “caccia all’ultras” con programmi, articoli ed inchieste volte a far apparire i tifosi delle curve come il mostro portatore dei mali di questo paese che va assolutamente debellato. Il Ministero dell’Interno chiede che tutti gli impianti sportivi vengano messi a norma ed il famigerato Ossrvatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive emana i suoi incomprensibili divieti. L’Italia diviene la terra del “divieto di trasferta” dove invece di curare ed educare si preferisce reprimere e vietare. Un pò come se in seguito ad un incidente stradale si chiudessero le autostrade.

Una determinazione del celeberrimo Osservatorio datata 8 Marzo 2007 vieta l’introduzione all’interno degli impianti sportivi di striscioni (se non preventivamente autorizzati dalla questura di competenza), bandiere, tamburi e megafoni. E’ un chiaro tentativo di distruggere il mondo delle curve con maniere repressive che poco hanno a che vedere con lo stato di diritto. La bocciatura dell’Italia come possibile paese ospitante degli Europei del 2012 risuona come una punizione divina soprattutto se si pensa che l’assegnazione va a Polonia ed Ucraina, paesi che di certo non brillano per le loro infrastrutture.

Andiamo avanti. La morte di Raciti viene fatta scomparire per mesi dalle cronache ed Antonino Speziale in Giugno viene scagionato dall’accusa di omicidio, queste le parole del Gip “I dubbi avanzati dalla recente perizia del Ris fanno venire meno la gravità degli indizi per giustificare la detenzione cautelare in carcere. Dalla perizia dei carabinieri del Ris di Parma vengono introdotti elementi di dubbio che fanno sminuire la graniticità del costrutto accusatorio”. Tuttavia l’ennesima richiesta di perizia medico-legale viene respinta.

Il ragazzo rimane comunque in carcere per l’accusa di rissa e resistenza a pubblico ufficiale.

A Novembre dello stesso anno nell’area di servizio di Badia al Pino muore Gabriele Sandri, giovane tifoso laziale ucciso da un colpo di pistola sparato da una corsia all’altra dell’Autostrada del Sole da Luigi Spaccarotella, agente della Polstrada di Arezzo, per sedare una rissa scoppiata tra tifosi laziali e juventini dove tuttavia Sandri non era coinvolto. Il questore della città toscana si affanna a convocare una conferenza stampa “bulgara” nella quale sono vietate domande da parte dei cronisti presenti.

Il calcio, a differenza di quanto fatto con la morte di Raciti non si ferma ed a fermarlo ci pensano i tifosi. Incidenti a Bergamo, Milano e Roma. Incidenti sui quali i media dirottano sapientemente l’attenzione distogliendo l’interesse dell’opinione pubblica su quanto successo nel pomeriggio. Per l’intera settimana successiva sarà questo il tema portante anzichè un brutale omicidio compiuto da chi i cittadini li dovrebbe tutelare e non eliminare. Ancor più da rabbrividire le parole dell’allora Ministro degli Interni Antonio Amato che con molta nonchalance afferma “Se prendevano due caffè era meglio”.

Comincia anche il processo contro Spaccarotella, il suo nome per oltre 1 anno e mezzo non avrà un volto (a differenza di quello di Speziale) e l’agente sarà persino riabilitato a svolgere mansioni nella stazione ferroviaria di Firenze Santa Maria Novella, percependo regolare stipendio.

Il calcio italiano continua la sua caduta libera perdendo spettatori di giornata in giornata ed aumentando a macchia d’olio gli imbarazzanti divieti imposti dall’Osservatorio. Sul finire della stagione il nuovo Ministro dell’Interno Roberto Maroni lancia la Tessera del Tifoso, a suo dire un nuovo modo per fidelizzare il tifoso e snellire le file, in realtà una schedatura di massa volta a limitare le più elementari libertà personali (in proposito per saperne di più www.asromaultras.org/tessera-del-tifoso.html).

La stagione 2008-2009 inizia con Roma-Napoli. La trasferta, contro ogni previsione, viene aperta ai sostenitori partenopei. A partire per la Capitale sono oltre 2000 sostenitori partenopei e già dalle prime ore del mattino agenzie stampa e telvisioni si affrettanno a parlare di violenze da parte degli ultras napoletani, si parla di un Intercity preso in ostaggio e di 500.000€ di danni al treno che arriverà nella Capitale solamente alla fine del primo tempo. Gli spezzoni che vengono continuamente mandati in onda dalla televisione sono sempre i soliti: i tifosi che corrono alla Stazione Termini per vedere almeno un tempo dello spettacolo per il quale hanno profumatamente pagato (30€) ed un bagno del treno rotto.

Il Ministero dell’Interno, attraverso il suo massimo esponente Roberto Maroni, cavalcando l’onda dell’indignazione popolare che giornali e televisioni hanno creato decide di vietare ai tifosi azzuri tutte le trasferte della stagione. Cominciano tuttavia a sorgere dei dubbi sulla veridicità dei fatti raccontati dai principali media e circa un mese dopo grazie ad un’impeccabile inchiesta giornalistica di Rai News salta fuori la verità (questi i link da Youtube: www.youtube.com/watch?v=LUItACXfyT4 e www.youtube.com/watch?v=B1H56gmTX00&feature=related). Interessante anche la testimonianza di due giornalisti austriaci che quel giorno hanno effettuato la trasferta assieme ai tifosi campani (da Tuttomercato.web www.tuttomercatoweb.com/?action=read&id=124542).

Nel frattempo il processo Spaccarotella viene continuamente rimandato mentre la difesa, il sindacato di polizia e qualche giornale poco ravveduto si affanano a far passare come credibile l’ipotesi che il colpo dell’agente sia stato deviato. Dinamiche che ricordano tristemente molti altri momenti bui della nostra Repubblica (se non vogliamo tornare molto indietro basti pensare all’omicidio di Carlo Giuliani).

Dopo 1 anno e 4 mesi dai fatti di Badia al Pino, il 20 Marzo 2009, Spaccarotella si presenta in aula per il processo che lo riguarda. L’aula è in silenzio e l’imputato non incrocerà mai, volutamente, il suo sguardo con quello dei genitori di Gabriele Sandri. Le sue scuse non arriveranno mai.

14 Luglio 2009 arriva la sentenza in primo grado per Luigi Spaccarotella, 6 anni per omicidio colposo. “Fu omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento” secondo la giuria. Una sentenza che fa rimanere allibiti i genitori del ragazzo.

“Mi vergogno di essere italiano.Non sono bastati cinque testimoni a dire cosa ha fatto Spaccarotella. Evidentemente la divisa paga. Non credo più nella giustizia, non credo più in niente. E’ una vergogna per tutta l’Italia. Senz’altro faremo appello: io Spaccarotella non lo mollerò mai” queste le parole del papà all’uscita dall’aula.

“Ho pianto di gioia” invece sono state le vergognose parole di Spaccarotella. Gioia per cosa? Per aver ucciso un ragazzo? Per aver potuto usufruire della specialità della legge italiana “due pesi e due misure”?

Nell’attesa del suddetto appello intanto esattamente 7 mesi dopo arriva la sentenza in primo grado anche per Antonino Speziale. Proprio nella settimana del ricordo dell’Ispettore Raciti. Casualità.

14 anni di reclusione e 5 anni d’interdizione ai pubblici uffici. Sulla base di quali prove? Per i pm “Speziale avrebbe usato il sottolavello per farsi largo tra gli agenti che bloccavano l’accesso alla Curva Nord e quindi non per uccidere, ciò ha perl provocato la morte di Filippo Raciti”, e cosa vuol dire quindi (oltretutto l’uso del verbo condizionale mi spaventa un pò!)?

Una condanna scaturita dalla “Ragione di Stato”, senza alcuna vera motivazione. Un ragazzo di 19 anni usato come capro espiatorio. E la Vedova Raciti che esce dall’aula abbracciando soddisfatta il suo legale.

Allora mi pongo la stessa domanda che mi sono posto per Spaccarotella, soddisfatta di cosa? Di aver rovinato per sempre la vita ad un ragazzo che potrebbe essere suo figlio? Di non aver reso giustizia neanche minimamente a suo marito? Tuttavia se ancora esiste un barlume di diritto nel nostro paese saranno i gradi di giudizio successivi a fare chiarezza. Come del resto avevano già fatto in precedenza, scarcerando Speziale.

Fattostà che negli ultimi 3 anni con queste vicende e con le conseguenti enfatizzazioni si sono potute coprire molte cose (certamente più importanti di ciò che accade in uno stadio di calcio) che nel nostro paese non vanno. Ma se non ci si fa prendere dall’enfasi di titoli roboanti e populisti è proprio da questi fatti che si può avere un quadro clinico completo del nostro paese: malato e carente di equità di giudizio. E non è poco…

Simone Meloni
 
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beceri al seguito
view post Posted on 22/3/2010, 18:52     +1   -1




Micale: condanna di 11 anni
È la sentenza del caso Raciti
Dopo il minorenne Speziale anche Il 23enne è stato condannato per omicidio dell'ispettore di polizia morto nel corso degli incidenti per il derby Catania-Palermo del 2 febbraio 2007. La vedova: "Giustizia è fatta, ora potrò dire ai miei figli che gli assassini del loro papà sono stati condannati: una notizia che attendono da tre anni"
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Filippo e Maria Raciti in un momento sereno in famiglia. ROMA, 22 marzo 2010 - Condannato a 11 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale Daniele Micale, il giovane finito sotto processo per l'uccisione di Filippo Raciti, l'ispettore capo della polizia morto nel corso degli incidenti avvenuti durante la partita Catania-Palermo del 2 febbraio 2007. La sentenza è stata emessa dalla prima Corte d'Assise di Catania, che ha accolto integralmente la richiesta della pubblica accusa. Micale, maggiorenne all'epoca dei fatti, è stato processato separatamente rispetto ad Antonino Speziale, condannato nel febbraio scorso a 14 anni dal Tribunale dei Minori.


Rosaria Palermo in lacrime abbraccia il figlio Daniele Micale. Ansa le lacrime della madre — Micale ha accolto la sentenza in aula abbracciato dalla madre che è scoppiata in lacrime. Il giovane rimane in libertà in attesa del ricorso che è stato annunciato dai suoi legali. Micale era stato arrestato l'1 aprile del 2008 dalla polizia per concorso nell'omicidio dell'ispettore di polizia Filippo Raciti. Era stato scarcerato il 20 giugno successivo dalla quinta sezione penale del Tribunale del riesame di Catania, che aveva accolto la richiesta dei suoi legali, gli avvocati Mimmo Cannavò ed Eugenio De Luca, di revoca dell'ordine di custodia in carcere ritenendo venute meno le esigenze cautelari. All'identificazione di Micale la polizia era giunta attraverso un indumento: una felpa nera, personalizzata, con la scritta "Meglio diffidato che servo dello Stato" accanto all'effige che riproduce un elefante color rosso-azzurro e alla scritta bianca con la dicitura Ultras. È stato l'elemento determinante a scagionare il fratello gemello dell'indagato, Antonio, che il 2 febbraio del 2007 era al Massimino, ma non indossava quella felpa. L'imputato si è sempre riconosciuto nelle immagini del sistema televisivo che lo riprende mentre assieme a Antonino Speziale ha in mano un sottolavello. Ma Micale ha sempre ribadito di essersi "sostanzialmente limitato ad appoggiare la mano sul pezzo di lamiera" che "teneva una persona" a lui sconosciuta, di "essersi distratto alla ricerca con lo sguardo di un amico" che era con lui e quindi di "non avere visto se ci fossero stati contatti con le forze dell'ordine". Lo sfogo della madre, Rosaria Palermo: "Ho atteso tre anni in silenzio ma adesso lo devo dire: non ho più fiducia nella magistratura. Ma Dio vede e provvede. La sua colpa è stata di trovarsi al momento sbagliato al posto sbagliato, ma può capitare a ciascuno di noi. E dove sono le prove? Io voglio le prove. Ma quante cavolate abbiamo sentito.... Mi aspettavo una sentenza giusta e invece hanno condannato mio figlio che non c'entra nulla con l'omicidio dell'ispettore Raciti».


Antonino Speziale, 20 anni: condannato a 14. Ansa il minorenne speziale — La Corte ha inoltre condannato l'imputato al pagamento di 25 mila euro ciascuno alla presidenza del Consiglio dei ministri e al ministero dell'Interno per danni non patrimoniali. I giudici hanno anche disposto il pagamento esecutivo di una provvisionale di 75 mila euro ciascuno per la vedova e i due figli dell'ispettore Raciti e di 50 mila euro per il ministero dell'Interno. Per la morte dell'ispettore Antonino Speziale il 9 febbraio scorso è stato condannato a 14 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. La sentenza è stata emessa dal Tribunale per i minorenni perchè all'epoca dei fatti l'imputato non era ancora maggiorenne.


Marisa Grasso all'uscita del tribunale con il legale Trantino. Ansa le reazioni della famiglia — "Giustizia è fatta, ora potrò dire ai miei due figli che gli assassini del loro padre sono stati condannati: è una notizia che attendono da tre anni": così Marisa Grasso, vedova dell'ispettore Filippo Raciti, ha commentato nell'aula della prima Corte d'assise la condanna a 11 anni di reclusione di Daniele Micale per la morte di suo marito, dopo quella di Speziale. "Mio marito indietro non torna, ma questa sentenza è una risposta di giustizia che porto a casa ai miei figli, che hanno perso il padre: è morto mentre lavorava per difendere la giustizia e Catania". Amara soddisfazione anche dei genitori di Raciti: "Non per gli anni di condanna comminati all'imputato ma per la sentenza in sè, perché è stata accertata la responsabilità delle persone accusate di avere ucciso loro figlio", ha sottolineato il loro legale, l'avvocato Domenico Laudani. I genitori non hanno chiesto, in sede di processo penale, il riconoscimento di alcuna provvisionale per risarcimento danni, concesso alla vedova e ai due figli del poliziotto ucciso a Catania, che ne avevano presentato richiesta tramite i loro legali, gli avvocati Enzo e Enrico Trantino
 
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beceri al seguito
view post Posted on 3/4/2010, 12:52     +1   -1




RACITI: LETTERE D'INSULTI ALLA VEDOVA

(AGI) - Catania, 2 apr. - "Ho ricevuto alcune lettere offensive e per due volte hanno cercato di mettermi sotto con la macchina. Si vede che a qualcuno sono antipatica perche' forse ho dato fastidio". Lo ha detto Marisa Grasso la vedova dell'ispettore di polizia Filippo Raciti, ucciso il 2 febbraio del 2007 durante le violenze dei tifosi in occasione del derby di calcio Catania-Palermo. La donna lo ha rivelato al quotidiano 'Libero'. Maria Grasso ha anche detto: "I rapporti con le istituzioni locali non sono quelli che mi aspettavo, ma ci stiamo 'riavvicinando'".

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PADOVA SUD
view post Posted on 3/4/2010, 15:29     +1   -1




Se tutto va bene le lettere se le è scritte da sola... Vogliamo la controprova: esibirle in pubblico e perizia calligrafica!
 
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nuovoamorePD
view post Posted on 3/4/2010, 16:16     +1   -1




due persone che in momenti diversi hanno ucciso la stessa persona investita da una camionetta della polizia e condannate e 11 e 13 anni di carcere...non c'è altro da ggiungere. Era meglio se sparavano ad altezza uomo con una pistola così almeno si prendevano 6 anni di reclusione come Spaccarotella.
 
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21 replies since 19/11/2009, 06:00   978 views
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