C'è poco da fare il calcio nelle serie minori sta morendo.
Rimini, niente iscrizione al prossimo campionato"La Rimini Calcio F.C. ritiene opportuno comunicare alle istituzioni locali, alle autorità politiche, alla comunità economica ed imprenditoriale di Rimini e soprattutto ai suoi tifosi che non provvederà all'iscrizione della squadra al prossimo campionato della Prima Divisione di Lega Pro. La decisione, maturata al termine dell'ennesimo e fallito tentativo di trovare una soluzione affidabile alla cessione delle quote della società, è accompagnata da un forte rammarico, ma anche dalla sincera e ferma consapevolezza che nulla è stato lasciato di intentato per evitare questa dolorosa conclusione. Sono molti mesi che la proprietà, con grande responsabilità e con estrema flessibilità, ha battuto ogni possibile via ed ogni possibile opportunità nella ricerca di un acquirente. Sono state, a gran voce, chiamati a sostegno le autorità, le istituzioni e le personalità economiche ed imprenditoriali della città perché, insieme, si trovasse una soluzione che evitasse questa drammatica rinuncia. Una richiesta di attenzione che purtroppo non solo è mancata ma, in alcuni momenti, è apparsa assai distratta per non dire latitante e presuntuosa. Eppure la disponibilità, sia in termini economici sia in termini di garanzie, manifestata dalla proprietà per cedere la Società è stata fino alla fine piena e totale e si è creduto fermamente avrebbe dovuto favorire se non completamente facilitare la conclusione positiva di una qualche trattativa, soprattutto con quegli imprenditori locali che certo ne avrebbero avuto condizione e risorse. COCIF, proprietaria dell'intero pacchetto azionario della Rimini Calcio, ha sempre ribadito a chiunque ha incontrato direttamente o indirettamente in questa fase di trattative che la Rimini Calcio è una società solida, in perfetto e certificato equilibrio economico, libera da impegni o debiti, ribadendo con estrema chiarezza che la cessione delle quote sarebbe avvenuto al prezzo assai simbolico di 1 Euro. Oltre a ciò COCIF si era ed è ulteriormente impegnata a ripianare le perdite dell'attuale gestione, pagare eventuali sopravvenienze passive, fino alla disponibilità di concedere garanzie fideiussorie. Nonostante questo, nessuno degli interlocutori apparentemente interessati, ha avanzato una proposta concreta e affidabile che garantisse il pronto, immediato e regolare futuro alla prossima gestione. Si conclude così questo lungo percorso che, per 16 anni, COCIF ha condiviso con la Rimini Calcio. Un percorso segnato da grandissimi successi e da cocenti delusioni, sentimenti che solo il calcio sa regalare. Sono stati anni di impegno, responsabilità ed entusiasmo. Anni ambiziosi. Anni di grandi passioni e di coinvolgenti emozioni. Anni in cui il successo imprenditoriale di COCIF, la passione di Vincenzo Bellavista e dei dirigenti della società, primo tra i tanti, Luca Benedettini, hanno consentito di destinare risorse ed energie ogni volta straordinarie. Ma anche anni difficili, vissuti senza il sostegno o la collaborazione di una città lontana che nelle sue parti istituzionali ed economiche è completamente e sempre mancata alle sue responsabilità. Tanti i progetti, le iniziative e le numerose richieste che hanno trovato un muro ostativo, una forma di silente e malcelato boicottaggio. L'elenco sarebbe lungo e davvero deprimente. Ma dobbiamo qui ricordare la totale mancanza di volontà politica ed istituzionale di attrezzare e rinnovare le strutture tecniche per le attività sportive delle serie giovanili e minori. Il necessario e obbligato pellegrinaggio in strutture private e in impianti comunque inadeguati, fino alla migrazione in strutture comunali di altre città limitrofe. La ormai patetica quanto delirante querelle sul nuovo stadio. Un progetto che brandisce la famelica orgia dei desideri degli imprenditori locali e l'assoluta incapacità decisionale di un'amministrazione debole e litigiosa. Una fuga dalle responsabilità che ha sempre lasciato COCIF, Vincenzo Bellavista e i nuovi amministratori della società, a gestire da soli un "patrimonio della città" senza alcuna condivisione o per meglio dire senza alcuna collaborazione. Come non ricordare qui che la Campagna Abbonamenti Straordinaria riservata ai 1250 imprenditori alberghieri della città, lanciata all'inizio del Campionato 2009-2010, ha visto la sottoscrizione di un solo ed unico abbonamento per la fantomatica cifra di 1.000 euro ! Ai tifosi che certamente accoglieranno questa decisione con forte disappunto e con grande delusione, COCIF non può fare altro che assicurare loro che è stato fatto tutto il possibile. Che in ogni momento di questa delicata fase non è mai venuto meno il pensiero a loro e alla loro grande passione che in alcun modo si voleva tradire. Ci vorremmo da loro congedare con un grazie non solo per il sostegno e per la passione che hanno accompagnato ogni stagione e ogni partita di questo lungo percorso insieme, ma anche per le loro critiche, le loro accese, anche se qualche volta eccessive, polemiche. Stimolo e pressione che hanno aiutato a non abbassare la guardia ne la tensione. Molto probabilmente la loro delusione e forse le loro rivendicazioni non sapranno o non potranno cogliere fino in fondo le motivazioni che hanno costretto a questo abbandono. Lo sappiamo. E non nascondiamo la nostra preoccupazione. In fondo, i nostri tifosi sono gli unici che non hanno responsabilità né a loro può essere ascritta alcuna mancanza. E' vero hanno ultimamente disertato le tribune e le curve, anche in momenti particolarmente delicati o speciali. Si sono lasciati condizionare dalle polemiche strumentali e dalle fuorvianti notizie che apparivano sulla stampa. Ma con i tifosi il dialogo è sempre stato aperto e anche chiaro. Così come usava fare Vincenzo Bellavista e così come ha sempre fatto Luca Benedettini. Ai media, ai giornalisti riserviamo loro un apprezzamento e una piccola polemica. Un apprezzamento per non aver mancato mai di dare risalto e ardore ai nostri tanti successi e alle nostre straordinarie performance. Al loro diritto di critica e alla loro professionalità nulla da eccepire. Nel rispetto dei ruoli e delle diverse finalità il dialogo speriamo sia stato sempre improntato nella reciproca stima e nella condivisa consapevolezza che il calcio è una emozione da vivere e da condividere. Le linee della polemica invece le indirizziamo a quei media, pochi in verità, che con elementi strumentali, a volte fuorvianti e prevenuti hanno acceso e alimentato accese polemiche sterili e dannose, arrivando anche a infrangere la privacy e il rispetto personale, non volendo cogliere o fingendo di non cogliere la gravità della situazione e della successiva nostra drastica decisione. Si conclude con rammarico questo lungo percorso. Una conclusione annunciata che però non risparmia la forte delusione per essere stati costretti a percorrerla. Ma ormai tutti sanno che la gestione del calcio è diventata sempre più complessa e onerosa basti pensare agli insostenibili costi di gestione che superano di gran lunga gli incassi. Al costo del mantenimento della nostra struttura, ai lauti stipendi dei calciatori, agli aumenti delle iscrizioni ai tornei e delle fidejussioni, tutto è diventato insostenibile a causa della profonda e grave crisi economica che stiamo attraversando e che richiede alle aziende un maggior e più radicale controllo dei bilanci e degli investimenti. E non vi è ragione alcuna che possa in questo momento congiunturale e di grave sofferenza economica giustificare il mantenimento di un impegno così oneroso e così "solitario". La società Rimini Calcio è stato un patrimonio ed un immagine della città, fin qui salvaguardato con impegno e con orgoglio, ma oggi bisogna avere anche il coraggio di vedere la realtà come un insieme di difficoltà di cui a Rimini nessuno si vuol far carico e che COCIF non può più pensare di accollarsi da sola tutto questo. A conclusione di questa nota, COCIF intende ringraziare i dirigenti e lo staff tecnico e amministrativo della Società. Per essersi, negli anni prodigati, con impegno, responsabilità ed entusiasmo a dare concretezza, serietà e reputazione al Rimini Calcio e al calcio a Rimini. Ai tecnici, agli allenatori, ai tanti calciatori, ai campioni e alle bellissime promesse, ai giovani del magnifico vivaio, che, in questi 16 anni, hanno vestito la maglia a scacchi biancorossa, onorandola con prestigio, sensibilità e ardore".
fonte
www.riminicalcio.itPro Vercelli salva grazie ad una colletta30.06.2010 17.30
La vecchia e blasonata Pro Vercelli, quella dei sette scudetti, potrà iscriversi al campionato di seconda divisione, la ex C2, solo grazie ad una colletta tra gli imprenditori locali.
La raccolta ha fruttato i 140 mila euro necessari vincendo una corsa contro il tempo: solo ieri sera sono stati trovati gli ultimi diecimila euro che avrebbero consentito di raggiungere la cifra.
Nella giornata di ieri tutto si è snodato attraverso appuntamenti serrati: prima una riunione in Comune, poi con il presidente Pino Bianco che si è messo in moto nella ricerca di denaro. Poi in serata la certezza di avercela fatta, almeno sotto il profilo economico. Della somma raccolta, infatti, 27 mila euro serviranno per pagare le tasse, gli altri 94 mila per liquidare tutti i contributi. Questa mattina il dirigente della società Sergio Spagnolo è partito per Firenze con l'incarico di consegnare alla Lega tutta la documentazione necessaria per l'iscrizione al prossimo campionato: gli uffici fiorentini inizieranno ad esaminarla mercoledì 7 luglio, poi la Pro Vercelli avrà tempo fino a lunedì 12 luglio per consegnare a Firenze gli ultimi documenti che si renderanno necessari.
Intanto si sta procedendo per liquidare ai giocatori gli stipendi arretrati.
Catanzaro, giorni febbrili per la sopravvivenza del club30.06.2010 18.28
Non è ancora certa l'iscrizione del Catanzaro al prossimo campionato di Seconda Divisione. Una corsa contro il tempo beffarda ed umiliante per una tifoseria che già aveva dovuto ingoiare il rospo del fallimento nel 2006. L'anno in cui subentrarono al timone del nuovo club, grazie al Lodo Petrucci, prima Salvatore Coppola e poi Giancarlo Pittelli, probabilmente gli artefici principali di una cattiva gestione che ha lasciato le proprie rovine nelle stagioni a seguire. Fra pochi minuti partirà un sit-in di protesta contro i quattro soci Aiello, Bove, Catalano e Soluri, finalizzata a sensibilizzare la cittadinanza sulle vicende giallorosse. Il Comune, però, ha già stanziato 350mila euro, devolute all'Associazione "Tribuna Gianna", la quale avrà il compito di girare questa cifra (oltre ai contributi ricevuti da vari operatori economici) nelle mani di imprenditori intenzionati a fare calcio in città. La stessa associazione si è comunque assunta l'onere di procedere all'iscrizione della squadra al prossimo torneo. Un traguardo possibile, ma non scontato: bisogna fornire subito la fideiussione da 200mila euro per evitare il tracollo. Proprio il quartetto al vertice del Catanzaro ha, però, rimarcato ironicamente come l'Assessore allo Sport, Roberto Talarico, abbia chiesto ad Aiello e Soluri la somma necessaria per l'iscrizione (appunto, 200mila euro). Si sostiene che "Tribuna Gianna ha preteso nei giorni scorsi un impegno scritto alla cessione di quote da parte di tre dei vecchi soci al fine di acquisire di fatto la maggioranza motivando questa richiesta con la necessità di garantire, all'imprenditore o agli imprenditori subentranti, la maggioranza e quindi il comando e la gestione della società. La pretesa è stata esaudita ed è evidente che da quel momento Tribuna Gianna è non solo il socio di riferimento ma il vero e proprio 'socio guida' cui spetta il compito di procedere alla iscrizione al campionato". Tuttavia va, in un certo senso, portata alla luce l'evidenza del fallimento del progetto di Antonio Aiello, tradito magari dalla passione per i colori che ha sempre amato. Arrivato in società con l'obiettivo (poi riuscito) di gestire in maggioranza, se non da solo, il club, non ha cambiato di una virgola la situazione societaria, non riuscendo ad annullare i debiti pregressi ed a rilanciare le Aquile in maniera tangibile. Solo diversi acquisti di nome, e conferme di lusso, senza il supporto delle liquidità necessarie per operazioni simili. Una vicenda che portò i giocatori, a corto di stipendi, a far sentire la loro voce scioperando. Mentre i tifosi, ignari, ancora credevano in una guarigione mai esistita.
fonte
www.tuttomercatoweb.com