Quando si parla di violenza negli stadi è ormai di moda da qualche anno indicare come soluzione a questo problema l’attuazione del tanto decantato modello inglese. Molti se ne riempono la bocca senza sapere minimamente di cosa si tratti e come funzioni. La realtà, circa la gestione dell’ordine pubblico in Terra d’Albione, è molto diversa ed assai più complicata di quanto si vuole far credere. Tuttavia nel paese di Sua Maestà non esistono norme cervellotiche ed in molti caso inutili come quelle presenti nella nostra gestione dell’ordine pubblico durante le manifestazioni sportive.
Non si è mai pensato ad esempio ad introdurre il biglietto nominativo ne’ tantomeno la Tessera del Tifoso. O meglio, Margaret Tatcher provò a realizzare qualcosa di simile ma venne subito bloccata dal suo esecutivo che giudicò questa idea completamente anti-democratica e limitativa.
Per saperne di più abbiamo intervistato una coppia di ragazzi inglesi che ormai da qualche anno vive in Italia e frequenta costantemente gli stadi italiani. Si tratta di Vanda Wilcox, una professoressa di storia all’università americana di Roma “John Cabot”, e Terence Daley un giornalista inglese che in passato ha lavorato anche nell’ufficio stampa del Chelsea F.C.
Da quanto tempo seguite il calcio italiano e come è cambiata la gestione dell’ordine pubblico durante le partite di calcio in questi ultimi anni ed in particolar modo dalla morte dell’Ispettore Raciti?VANDA: La prima volta che ho assistito ad una partita in Italia era durante la stagione 2002-3, ricordo che comprai il biglietto direttamente al botteghini dello Stadio Olimpico un’ora prima della partita. Invece è da febbraio 2006 che vivo a Roma e sono abbonata da 4 anni. Dopo la morte dell’Ispettore Raciti ci sono stati parecchi cambiamenti(ma già dopo il Decreto Pisanu alcune cose era mutate).
Devo dire comunque che non mi sento più sicura, forse l’unico vero miglioramento è stato quello di evitare (nella maggior parte dei casi) l’utilizzo della polizia all’interno degli stadi.
Fino ad oggi quali sono state le cose più brutte che avete visto frequentando uno stadio italiano?VANDA:
La gestione dei tifosi ed il modo in cui si entra ed esce dallo stadio: è pericolossimo, a mio avviso. Sopratutto per i tifosi ospiti – mi ricordo il ritorno della finale di Coppa Italia a San Siro nel 2006, ho avuto davvero molta paura: migliaia di romanisti su un’unica scala oltretutto chiusa, intrappolati in un settore troppo piccolo, con enormi spazi vuoti accanto e la polizia che ci vietava di occuparli… Per quanto riguarda la violenza,
la cosa chepiù mi ha scandalizzato è stato il comportamento da parte forze dell’ordine contro i tifosi dello Manchester United nel 2007 all’ Olimpico quando famiglie, ragazze e giovani vennero picchiati indiscriminatamente.TERENCE: Parlando solo per me stesso,
direi i problemi di organizzazione fuori allo stadio di Verona, prima dell’incontro tra Chievo e Roma di quest’ultima stagione. La società, la città e tutto il resto d’italia sapevano che almeno 20.000 romanisti sarebbero giunti nella città scaligera ma quando mancava circa un’ora e mezzo al fischio d’inizio c’erano ancora migliaia di tifosi all’esterno in attesa di entrare attraverso due piccoli cancelli. Il numero di forze dell’ordine era cospicuo, ma non c’era nessuno a regolamentare il flusso di tifosi tanto che ad un tratto io e la mia ragazza siamo stati schiacciati addosso ad una barriera che era impossibile vedere.
La cosa che più mi ha dato fastidio è stato il fatto che tra di noi c’erano famiglie e bambini: la tragedia di Hillsborough è successa pressapoco in questa maniera. E’ stato scandaloso.Cosa vuol dire “modello inglese”?VANDA: Modello inglese vuol dire tante cose:
prezzi alle stelle per allontanare dagli stadi i giovani e la classe operaia, ormai solo famiglie benestanti possono permettersi il lusso di assistere alle partite della Premier League. Vuol dire anche telecamere, stewards, certezza della pena, e diffide –
ma altresì un modello di gestire l’ordine pubblico basato su dialogo, convivenza e voglia di distinguere atti gravi di violenza e cose che invece non sono importanti e che vanno gestite con tranquillità anziché con la repressioneTERENCE: Dipende. Per la Federazione calcistica vuol dire stadi sicuri e sempre pieni, senza violenza, dove i biglietti hanno prezzi stellari e dove non ci sono gli ultras. Ma gli stadi sono pieni e senza violenza perchè la Football Association, la Premier League, la poliza e il governo ora organizzano meglio la gestione dell’ordine pubblico rispetto agli anni ’80 e
dopo Hillsborough hanno realizzato che i tifosi, anche quelli che cantano e vanno in trasferta, non sono animali. Tuttavia il nostro calcio è tutto fuochè perfetto: Società come Southampton, Notts County, Portsmouth ecc falliscono regolarmente ogni stagione,
ci sono ancora scontri fuori dagli stadi e per la maggior parte delle partite non c’è un ambiente – se non quello tetro e silenzioso. Basti pensare che il biglietto più economico a Stamford Bridge costa £50 – biglietti così esosi sono impossibili da proporre in Italia, ma a loro
(le istituzioni e chi governa il calcio italiano) piace pensare che ciò sia attuabile e che riusciranno quindi trapiantare il nostro ‘modello’ in un altro paese. Tuttavia non ci riusciranno mai.Quale sono le differenze in negativo ed in positivo tra il “modello inglese” ed il “modello italiano”?VANDA: Ce ne sono tante. Mi limito a sottilineare quella che ritengo fondamentale: i
n Inghilterra le diffide vengono applicate da un giudice che valuta le prove presentate dalla polizia, mentre l’interessato ha il diritto a difendersi dalle accuse.TERENCE: Secondo me non è un questione di ‘modelli’ ma bensì di cultura, che varia da paese a paese.
Il modello inglese è impossibile da attuare in Italia, tanto che per me è quasi inutile parlarne. Negli stadi italiani è bello vedere giovani ed anche donne che tifano la loro squadra, mi piace seguire l’incontro in piedi e cantare e lo stadio mi sembra ancora una comunità.
Ok, ci sono problemi con gli scontri ed il razzismo ma questi sono problemi della società in generale.All’ inizio di questa stagione ci sono stati violenti incidenti nella partita di FA Cup tra West Ham e Millwall che hanno portato anche alla morte di un tifoso. Perchè nessuno ne ha parlato?VANDA: Forse anche questo è il modello inglese –
il calcio di alto livello in Inghilterra è soprattutto business e quindi si cerca evita oculatamente di parlare delle cose che non vanno.. I media non vogliono infangare lo sport perchè sanno bene che sono in tanti a lucrarci sopra.
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