E' morto Enzo BEARZOT

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La Crique
view post Posted on 21/12/2010, 15:56     +1   -1




apprendo ora della scomparsa di Enzo Bearzot, ex calciatore ma soprattutto Commissario Tecnico della nazionale di calcio dal 1977 al 1986.
Lo si ricorderà soprattutto come allenatore dell'Italia Campione del Mondo in Spagna nel 1982.
Data la mia ormai quasi veneranda età ricordo che, se possibile, l'Italia di Bearzot del 1978, giunta 4° nei mondiali in Argentina, giocava ancora meglio di quella che si laureò campione 4 anni più tardi.
La squadra fu sconfitta infatti solo dall'Olanda in una sorte di semifinale grazie a dei tiri da distanza siderale di Haan e Brandts (se ricordo bene).
Nella successiva finalina per il 3 posto altri due tiri da lunga distanza del Brasile ci sconfissero (in tutti e 4 i gol forse qualche colpa l'ebbe Zoff, con mia grande irritazione dato che Bearzot aveva lasciato a casa il mio idolo Albertosi).

In Argentina inoltre Bearzot fece di fatto esordire dei ventenni come Cabrini e Paolo Rossi, come del resto il 18enne Bergomi in Spagna, alla faccia dei giornalisti che gli facevano la guerra accusandolo di essere troppo conservatore (Aldo Biscardi era in prima linea nel contestarlo).

Bearzot era un uomo tutto d'un pezzo e non si faceva imporre la formazione dagli interessati sponsor di qualche giocatore di impoortanti squadroni (es. Beccalossi dell'Inter, Savoldi del Napoli ecc.)
Conosceva inoltre il valore della parola Nazione e Patria: se ricordate qualche anno fa uno sponsor tecnico della nazionale scrisse la parola ITALIA sulla parte posteriore bassa della maglietta, all'altezza del culo per intenderci.
Bearzot rilasciò un'intervista in cui si dichiarava indignato di tale scelta, ma soprattutto del fatto che nessuno ai vertici fosse intervenuto per impedire un tale scempio.
Del resto pensate che proprio la nazionale italiana nel 1982 (unica di tutte le squadre del mondiale !) non aveva alcun logo stampato sulla maglietta, c'era solo lo scudetto tricolore.
Questo anche se vi era uno sponsor tecnico (Le coq sportif), semplicemente non si voleva che la maglia Azzurra, che rappresentava la Patria, fosse svilita da un simbolo commerciale!

Ha detto bene Zoff, commentando la dipartita del suo vecchio CT:
Enzo Bearzot non ha lasciato niente al calcio di oggi,
semplicemente perchè non ci può essere paragone tra un Signore e un ignobile bordello.
 
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PADOVA SUD
view post Posted on 21/12/2010, 18:26     +1   -1




Come molti miei coetanei, ho cominciato a seguire il calcio nel 1982, durante i mondiali in Spagna. Prima non me ne interessavo, avevo in mente le "macchinine" (come venivano chiamate dalle mie parti i modellini di automobile) ed i soldatini. I mondiali nella mia vita c'erano già stati, nel 1978 in Argentina, ma ero troppo piccolo e poi giocavano pur sempre dall'altra parte del mondo... il campionato italiano non lo seguivo, ma quello era l'anno dei mondiali, e pur non volendo sentivi la gente che ne parlava: per esempio quando con mio padre andavo all'allora Bar "da Capon" (per chi conosce Roncaglia, alle porte di Padova, il bar in questione sorgeva dove adesso c'è la Pizzeria "Orient Express". La famiglia che lo gestiva, oggi è proprietaria della tabaccheria che sorge di fianco all'Orient Express-). "Il giretto da Capon" all'epoca per me significava una spumetta, ed un paio di partite ai videogiochi mentre papà comprava le sigarette, beveva il caffè e scambiava due parole con altri avventori del bar: in questo, io ed il mio vecchio siamo uguali, entrambi abbiamo un bisogno quasi fisico di farci il giretto al bar, a bere il caffè, "l'ombreta" (anche se papà in questo è un Veneto atipico, in quanto l'ho visto raramente bere alcool...), "la bireta" o lo spritz, sin da quando lo spritz ancora non era il "cocktail ufficiale nazionale" di oggi... Bisogno fisico che va letto come vivere il quartiere, parlare con la gente, relazionarsi con l'umanità. Ed in anni in cui non c'era Facebook, in bar si finiva per trovare quasi tutta la gente del quartiere...
Nei miei ricordi Capon era il classico bar di quegli anni, dove si mischiavano odore di "spunciotti", di "ombre", fumo di sigaretta, signori di una certa età che "battevano carta" e l'intercalare sbiascicante e blasfemo (ma classico, in Veneto) degli avventori. La gente chiacchierava abitualmente del più e del meno, e gli argomenti erano gli stessi di oggi: politica e calcio. Oggi forse la politica è molto calata negli argomenti di conversazione, perchè la gente ha smesso di crederci, anzi quando ne parla gli vien da vomitare. Il calcio no, e non calerà mai: siamo molto più disillusi e non crediamo più agli eroi, ma di calcio ci piace ancora parlarne ed improvvisarci commissari tecnici. E' uno sfogatoio il calcio, un enorme sfogatoio nazionale: quando lo capirà il governo vedrete che spariranno Tessere del tifoso, Osservatori e Casms vari!
Inoltre, quello era il 1982, l'anno dei mondiali, e nell'anno dei mondiali normalmente il calcio è molto più importante della politica. Mio padre non è mai stato un gran tifoso, anzi a dire la verità non gliene proprio mai fregato nulla di calcio, ma si sa: "l'Italia è l'Italia", e poi ne parlavano proprio tutti, non poteva sottrarsi certo lui che di solito era l'animatore delle discussioni!
E fu li, da Capon, che sentii per la prima volta il nome di Enzo Bearzot. Non ricordo benissimo cosa diceva la gente, anche perchè di calcio all'epoca non sapevo nulla, ricordo solo che quando ne parlavano erano tutti incazzati neri, alzavano la voce, bestemmiavano ed il miglior complimento che prendeva era "Zè un ebete!", che in Veneto può voler dire tante cose, ma in questo caso significava "incompetente"! Non capivo chi fosse Bearzot, di solito vedevo la gente così incazzata quando gli parlavi di Andreotti, De Mita, Craxi o Forlani. Quelli sapevo benissimo chi erano, e mi chiedevo in che partito fosse Bearzot. Mio padre invece ridacchiava, il calcio non gli cambiava la vita ma si divertiva a sentire i vaneggiamenti della gente...

La svolta arrivò il 5 luglio 1982, e non fu un giorno come tutti gli altri: innanzitutto da Capon andammo la mattina di buon'ora, e non c'era la ressa del tardo pomeriggio e della sera. Papà comprò le sigarette, ma non c'era tempo per me di giocare ai videogiochi: dovevamo andare dai nonni, a Cavarzere. E ci dovevamo andare in corriera. Credo sia stata l'unica volta che ho preso la corriera per andare a trovare i nonni: la macchina era dal meccanico e papà la doveva andare a ritirare verso sera perchè "aveva un problema". Non ricordo cosa dovessimo fare dai nonni di così urgente, tanto da dover andare a tutti i costi anche senz'auto. Un motivo ci sarà stato sicuramente, papà non è certo il tipo che va fino a Cavarzere in corriera (un'ora e mezza di strada con l'allora ATP, oggi SITA, per fare quaranta chilometri... sti gran cazzi!) per il cazzo... So che quel giorno c'era Italia-Brasile, ed era una partita molto sentita e molto attesa. C'era tensione, ma non la tensione che attanaglia tutti i tifosi "da stadio" prima di un derby o una partita importante, che non ti fa nemmeno dormire di notte... Era una tensione che potremmo definire più come attesa: a nessuno il risultato di Italia-Brasile avrebbe cambiato la vita, e nessuno credeva che l'Italia "de chel mona de Bearzot" ce l'avrebbe fatta, ma nessuno e per nessun motivo voleva perdersi la partita. "El Brasie zè massa forte... me despiase, parchè dopo ea partia co l'Argentina gavarissimo merità qualcosetta de pì, ma d'altra parte se ghemo magnà tutto nel giron eliminatorio: te gavevi da vinzarlo, no da rivar secondo...", fu il commento che il barista nonchè proprietario di Capon scambiò al volo con mio padre. Nemmeno lui, tuttavia, si sarebbe perso la partita; come d'altra parte non se la sarebbe persa mio padre, che entro le 17 voleva essere a casa a tutti i costi, quindi "dovevamo muoverci!"... Era strano che papà avesse tutta questa fretta per vedere una partita, capii che doveva essere una cosa importante, e gli chiesi se potevo vederla insieme a lui. "Certo! Che problemi ci sono?", mi rispose sorridendo... Se avesse solo immaginato che quella sarebbe stata la svolta, se avesse avuto minimamente il sospetto che quell'Italia-Brasile, la prima partita di calcio vista nella mia vita, sarebbe stato l'inizio della mia devastante passione calcistica, probabilmente si sarebbe incazzato alla mia richiesta e magari mi avrebbe anche tirato uno schiaffo se avessi insistito! Ma non lo capì, nemmeno papà poteva prevedere il futuro...
Di quel 5 luglio 1982 ricordo tutto, tranne il motivo che ci aveva spinti dai nonni... Perfino il nonno, che aveva smesso di seguire il calcio dopo la scomparsa del Grande Torino di cui era tifoso, parlava della partita con papà... Il Gazzettino invece titolava a caratteri cubitali: "Italia-Brasile, l'ora della verità". Ricordo che per la prima volta vidi Bearzot, che non era un politico ma era l'allenatore dell'Italia, anche se aveva una giacca che a me ricordava molto quella dei camerieri dei bar o dei ristoranti. Ricordo i tre gol di Rossi e mio padre che esultava come non esulto nemmeno io per il Padova. Ricordo la gioia dei giocatori in campo, lo sconforto dei brasiliani, e la festa che si scatenò per strada. Era la prima volta che vedevo migliaia di persone con le bandierine tricolori al vento, e le macchine che suonavano all'impazzata i clacson. Qualcosa di simile l'avevo già visto l'anno prima, quando la Juventus aveva vinto lo scudetto e me ne accorsi perchè improvvisamente le strade si riempirono di macchine imbandierate di bianco e nero che suonavano il clacson all'impazzata. Ricordo che a mio padre la cosa non era piaciuta: non che si fosse incazzato, ma sfoggiava un sorriso sarcastico, da presa per il culo, e ricordo bene il suo commento su un ragazzo sporto completamente dalla macchina a sventolare la bandiera bianconera: "Vedi quel ragazzo? Speriamo che non cada altrimenti domani ai netturbini gli tocca fare gli straordinari per pulire la strada, e li paghiamo noi!". All'epoca non capii il senso della battuta, ma ricordo mia mamma che gli disse "Giorgio!" con aria di rimprovero anche se in realtà era divertita... Quel 5 luglio 1982 invece era una festa diversa, c'erano tutti per strada a festeggiare, e nessuno storceva il naso per i disagi causati al traffico. Mio padre rideva di gusto, capii che era felice. Tutti erano felici. Io non capivo, ma a quel punto non potevo far altro che appassionarmi...

Nei giorni successivi da Capon tutti parlavano di Paolo Rossi, che "Se saveva che el segnava prima o dopo! Ze sempre stà un campion!". L'allenatore era stato fortunato, "Ghe ze 'ndà ben!", grazie a Rossi. Ma era cresciuta anche la sua considerazione: improvvisamente non era più "Chel ebete de Bearzot!" ma semplicemente Bearzort. Al telegiornale vidi che parlavano di lui, di come aveva trasformato la squadra dopo le prime deludenti partite. Ma non lo intervistavano: dissero semplicemente che la squadra e l'allenatore rimanevano in silenzio stampa! Non sapevo cosa fosse il silenzio stampa, ma guardare Bearzot in faccia, per me che ero bambino, era come guardare mio nonno: avevo l'impressione che la sapesse tanto lunga! Fecero vedere anche uno spezzone di qualche settimana prima, dove Bearzot discuteva con dei giornalisti, e ricordo che aveva un tono molto risentito tanto che alzò pure la voce, diventando aggressivo: pensai che doveva essere una persona importante per alzare la voce con dei giornalisti, di solito tutti gli altri che venivano intervistati (politici compresi) avevano sempre un tono pacato e misuravano molto le parole. Raramente li vedevi arrabbiati...
Nel frattempo si avvicinava la semifinale contro la Polonia, ed ormai non potevo più perderla! Paolo Rossi segnò altri due gol, ma ricordo bene che la squadra a fine partita andò compatta verso la panchina e tutti abbracciarono Bearzot. Anche mia mamma (caso più unico che raro) guardava la partita, e fu molto più rapida di mio padre a notare la cosa: "Vedito? I ghe ga fatto capire all'allenatore che comunque 'ndarà ee robe, ea squadra ze co eo!". A quel punto li, tutti pensavano di avercela fatta, e nonostante i commenti della gente improntati (da bravi Veneti) alla prudenza, l'ottimismo glielo leggevi in faccia. "Eh, ciò, ea Germania ze un squadron!", ma tutti parlavano di Rossi. Solo il barista, il solito barista ebbe il coraggio di dire: "Bisogna darghe atto a Bearzot che su alcuni zugadori ghe ga visto giusto... e che nol ga mai moeà gnanca quando tuti ghe dava contro...", beccandosi anche un paio di "Ma va eà, corri!" senza peraltro essere seguiti da una motivazione. In genere quando uno ti risponde "Ma va eà corri!" senza far seguire una motivazione, significa che vuole solo chiuderti la bocca, ma in realtà non ha argomenti per rispondere... Cominciai a capire che quel signore che aveva un che del nonno doveva anche avere dei meriti non indifferenti sul fatto che l'Italia era in finale.
La finale con la Germania capitò in un giorno un pò particolare, in quanto quel giorno venne battezzata mia sorella, e la sera tutti i parenti erano a casa nostra a guardarsi la partita. Era un'atmosfera troppo caotica per i miei gusti, nel senso che non eravamo abituati ad avere tutta quella gente in casa, e poi i miei parenti non erano certo appassionati di campo: già a metà di un primo tempo noioso erano finiti a parlare di altri argomenti, alzando di volta in volta il tono della voce, non per rabbia ma perchè trascinati dall'enfasi del discorso. Io non riuscivo più a seguire la partita, ma a sei anni appena compiuti non avevo certo l'arroganza di invitare degli adulti a tacere... E così me ne andai in camera a giocare con mio cugino più grande, per niente interessato al calcio, tornando indietro giusto in tempo per vedere il finale di partita, richiamati dall'esultanza dei parenti. Poco dopo il fischio finale chiesi a mio padre se mi portava a fare un giro per rivedere la festa della gente, ma mia madre fu irremovibile: era quasi ora di andare a letto!
Nei giorni successivi ricordo bene che tutti parlavano dell'Italia Campione del Mondo, di Paolo Rossi e soprattutto di Enzo Bearzot, l'allenatore che aveva fatto il miracolo. In Italia tutti sono eroi quando si vince, con la stessa facilità con cui diventano merde quando si perde. Per qualche anno, il Signor Enzo Bearzot di Aiello del Friuli potè godersi la sua gloria e fumarsi la sua bella pipa in santa pace. Nel frattempo giocava a scopa nell'aereo che li riportava indietro da Madrid con Pertini, Zoff e Causio; facendo pure incazzare il Presidente della Repubblica. Oggi qualche mio coetaneo direbbe "Era un'altro calcio!", con grande nostalgia... Io dico che può anche essere vero, ma forse avevamo semplicemente un'altra età e vedevamo il calcio di allora come un gioco, qualcosa di pulito come le partite che facevamo noi per strada, e degli scandali scoppiati negli anni precedenti come il Calcioscommesse, non capivamo assolutamente nulla...

Bearzot fece poi lo stesso errore fatto da Lippi dopo aver vinto il mondiale: non ebbe il coraggio di rinnovare la "sua" Nazionale. La riconoscenza è una brutta bestia, e quei pochi che quattro anni dopo avrebbero avuto il coraggio di non portare in Messico "gli eroi di Madrid" come minimo sarebbero stati marchiati da "figli di puttana", non importa se vincenti o meno (Capello docet). Enzo Bearzot pagò la sua riconoscenza con un'eliminazione agli Ottavi di Finale contro la Francia di Monsieur Platini, ed ebbe il coraggio e l'onestà intellettuale di dimettersi, nonostante avesse un contratto di altri quattro anni con la Federazione... Coraggio ed onestà intellettuale che oggi scarseggiano nel "bel" paese... Contemporaneamente uscì dal mondo del calcio, finendo ad allenare più per diletto che per lavoro la Nazionale Vecchie Glorie, con cui conquistò il titolo mondiale Over 35 a Trieste l'11 luglio 1993, esattamente undici anni dopo il trionfo di Madrid e con in campo molti giocatori dell'Italia di Madrid... I Campioni del Mondo del 1982 li hanno mandati a fare i tornei di tresette e briscola col loro allenatore, quelli del 2006 sono ai vertici del Sindacato dei Calciatori a ricattare con le loro minaccie di sciopero l'intero mondo del calcio. E' proprio vero, i tempi sono cambiati: siamo tutti un pò più stronzi e con meno palle sotto!

Enzo Bearzot è morto oggi, 21 dicembre 2010, a Milano. Ne hanno parlato tutti il meno possibile, forse il mondo del calcio è imbarazzato per il trattamento non proprio da "campione del mondo" riservato al friulano... Io lo voglio ricordare così, un caro e lontano ricordo della mia infanzia che, come quel calcio, non c'è più. Ciao Mister!

lapadovabene.it

http://millenovecentodieci.blogspot.com/20...iao-mister.html
 
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R.A.E.S.
view post Posted on 21/12/2010, 23:03     +1   -1




articolo bellissimo, la gente ogni tanto credimi preferirebbe anche questi spezzoni alle pur giuste pagine polemiche.

 
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PADOVA SUD
view post Posted on 22/12/2010, 01:17     +1   -1




Ti ho assunto apposta per gli spezzoni romantici, RAES! ;)
 
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CrapaScudata
view post Posted on 22/12/2010, 13:33     +1   -1




Bell'articolo, spontaneo... che mi ha fatto immedesimare nella parte del bambino... tempi passati, nostalgia pura!

Anche il post di La Crique è molto bello... è una piccola analisi del mondo di ieri, rapportato ad oggi nella citazione di Zoff...
 
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ILOVECALCIOPADOVA
view post Posted on 23/12/2010, 09:52     +1   -1




Piccolo OT per integrare il post di La Crique con una curiosità.. credo che la prima competizione in cui la nazionale ha avuto lo sponsor tecnico in evidenza siano stati gli europei in Inghilterra del 1996(quelli con la maglia con la scritta Italia sul culo)e credo che la nike(sponsor di allora) abbia scucito un bel gruzzoletto per ottenere il baffo sulla maglia, che inizialmente in federazione non volevano concedere(anche con Puma prima di germania 06 ci fu qualche frizione per il simbolo sulla maglia). Anche perchè Nike all'epoca nel calcio praticamente non esisteva(per anni l'unica squadra di club in Italia ad usare nike fu il Brescello di Peppone e Don Camillo, che perse i play off di C/1 contro il Cittadella) e vestire quell'Italia in particolare voleva dire entrarci dalla porta principale.
cmq perdemmo con l'Olanda(quell'Olanda credo detenga ancora il record di passaggi di fila prima di un goal), ma nel 78 fummo gli unici a battere l'Argentina che poi avrebbe vinto il mondiale..

Per il resto mi dispiace per la morte di Bearzot, anche se sono troppo giovane per ricordarlo come allenatore penso che il nostro calcio mai come in questo momento avrebbe bisogno di personaggi d'altri tempi come lui e Mazzone..sono persone così che hanno reso il calcio popolare e che hanno fatto grande il calcio Italiano..con la generazione di dirigenti mediocri che ci ritroviamo oggi purtroppo faremo molta fatica a tornare a certi livelli..
 
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PADOVA SUD
view post Posted on 23/12/2010, 13:25     +1   -1




CITAZIONE (ILOVECALCIOPADOVA @ 23/12/2010, 09:52) 
Piccolo OT per integrare il post di La Crique con una curiosità.. credo che la prima competizione in cui la nazionale ha avuto lo sponsor tecnico in evidenza siano stati gli europei in Inghilterra del 1996(quelli con la maglia con la scritta Italia sul culo)e credo che la nike(sponsor di allora) abbia scucito un bel gruzzoletto per ottenere il baffo sulla maglia, che inizialmente in federazione non volevano concedere(anche con Puma prima di germania 06 ci fu qualche frizione per il simbolo sulla maglia). Anche perchè Nike all'epoca nel calcio praticamente non esisteva(per anni l'unica squadra di club in Italia ad usare nike fu il Brescello di Peppone e Don Camillo, che perse i play off di C/1 contro il Cittadella) e vestire quell'Italia in particolare voleva dire entrarci dalla porta principale.
cmq perdemmo con l'Olanda(quell'Olanda credo detenga ancora il record di passaggi di fila prima di un goal), ma nel 78 fummo gli unici a battere l'Argentina che poi avrebbe vinto il mondiale..

Mi sa che hai fatto un pò di confusione... quando c'è stata Italia-Olanda agli europei 1996?
 
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ILOVECALCIOPADOVA
view post Posted on 25/12/2010, 01:36     +1   -1




CITAZIONE (PADOVA SUD @ 23/12/2010, 13:25) 
CITAZIONE (ILOVECALCIOPADOVA @ 23/12/2010, 09:52) 
Piccolo OT per integrare il post di La Crique con una curiosità.. credo che la prima competizione in cui la nazionale ha avuto lo sponsor tecnico in evidenza siano stati gli europei in Inghilterra del 1996(quelli con la maglia con la scritta Italia sul culo)e credo che la nike(sponsor di allora) abbia scucito un bel gruzzoletto per ottenere il baffo sulla maglia, che inizialmente in federazione non volevano concedere(anche con Puma prima di germania 06 ci fu qualche frizione per il simbolo sulla maglia). Anche perchè Nike all'epoca nel calcio praticamente non esisteva(per anni l'unica squadra di club in Italia ad usare nike fu il Brescello di Peppone e Don Camillo, che perse i play off di C/1 contro il Cittadella) e vestire quell'Italia in particolare voleva dire entrarci dalla porta principale.
cmq perdemmo con l'Olanda(quell'Olanda credo detenga ancora il record di passaggi di fila prima di un goal), ma nel 78 fummo gli unici a battere l'Argentina che poi avrebbe vinto il mondiale..

Mi sa che hai fatto un pò di confusione... quando c'è stata Italia-Olanda agli europei 1996?

Intendevo nel 78..anche perchè è difficile battere l'Argentina ad un Europeo.. :D
 
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7 replies since 21/12/2010, 15:56   177 views
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