Vi posto un articolo pubblicato su La Padova Bene... Se frequentate siti o forum rugbistici, diffondete anche da loro, che capiscano!http://sport.virgilio.it/notizie/sport/201...o,28201469.htmlPer inciso il Rugby piace anche a me… ma che palle con questi articoli intrisi di mielosità e buonismo! Sono riusciti perfino a metterci dentro (oltre alle solite “famiglie con bambini”, che ormai bambini non ne nascono più quindi uno si immagina gli spalti invasi da cinesi!) la più grande farsa dell’anno: l’Unità d’Italia (una mera espressione geografica che festeggia un’unità quanto mai fasulla festeggiando con un popolo che popolo non è mai stato)!
La verità è che una volta il centro del rugby era il Veneto, e fra Padova e Rovigo ci si giocava spesso e volentieri il titolo. Poi sono arrivate le avide mani italiote, ci hanno visto il business (quando si tratta di speculare, in itaGlia siamo vent’anni avanti!): il primo è stato Benetton, che ha fatto tantissimo per lo sport trevigiano (pensiamo anche al basket ed alla pallavolo) e per i conti delle sue aziende utilizzando le società sportive di sua proprietà per “scaricare”… in seguito quando l’onda dei suoi vestiti è andata in calo, ha investito su un altro settore dalle entrate molto più solide e sicure: le autostrade! Ha ottenuto un mutuo dalla banca di ottomila miliardi, mentre a voi fanno fatica a darvi 150.000 euro per comprarvi la casa. Ma intanto la Benetton Treviso di rugby continua ad inanellare successi… Ci ha provato anche Berlusconi a fine anni ’80 con il Rugby Milano, ma non potete pretendere che il Silvio di Arcore abbia il dono dell’ubiquità: lui è solo un essere umano, un pò più divino di altri, ma le aziende, i giudici comunisti e la passera portano via energia anche ad uno come lui… quindi accantoniamo il rugby, che fra l’altro al tempo non portava certo il ritorno di immagine di oggi, e occupiamoci di altro! Infine è arrivato il Coni negli anni ’90, penso uno degli avvoltoi più pericolosi del Bel Paese (di merda!): utilizzando la crescita della Nazionale e l’ammissione nel gotha della pallaovale europea (un tempo il torneo “Sei Nazioni” si chiamava “Cinque Nazioni”, cambiando denominazione proprio con l’ingresso dell’Italia), creando uno stadio a Roma esclusivo per la Nazionale di Rugby ed escludendo la vera Capitale Nazionale della Palla Ovale, il Veneto; che ultimamente ha dovuto lottare anche per farsi ammettere alla Celtic League minacciando di creare una propria federazione autonoma (e con mezza itaGlia rugbystica che avrà pensato che siamo leghisti…). In mezzo a questi due eventi, una vasta opera di avvicinamento al rugby, proposto come l’alternativa non violenta al calcio… Il costante tour dell’Italrugby per tutta Italia ha sicuramente avuto il merito di avvicinare molta gente a questo sport, che lo ripeto è molto bello, ma ha avuto il rovescio della medaglia di riempire gli spalti di tanti ritardati con parruccone e bandierina che tanto gli fa vedersi una partita di calcio quanto una di rugby: il loro vero scopo è sventolare la loro bandierina tricolore! Sono insomma i classici “bravi italioti” che scoprono la loro appartenenza ogni quattro anni (e che l’anno scorso sono stati obbligati dagli eventi a prendersi una pausa)…
I rugbysti sono diventati delle star, e si comportano da tali. Ovvio, per definizione sono molto meno fighe dei calciatori: non me lo vedrei Mirco Bergamasco che prima di andare ad allenamento passa dalla parrucchiera come fa Beckham! Ma ricordo i rugbysti di un tempo, degli orsi certamente, con la loro bella pancetta, lontani dai riflettori. Niente a che fare con i culturisti di oggi, dal look supercurato… Mi ricordano molto i calciatori della Juve nel periodo in cui c’era il Dottor Agricola: gente come Del Piero che dal ragazzino mingherlino che era a Padova si è trasformato in un toro! Mi chiedo: come saranno i rugbysti di oggi fra vent’anni? gli tira ancora l’uccello con tutta la merda che prendono per ingrossarsi i muscoli? Mi piacciono poi quelli che vorrebbero farsi passare per i “signori” che non sono, in genere sbirri o carabinieri con un’estrema faccia di culo che ti vengono a dire “il rugby è uno sport pulito e leale, altro che il calcio!”: primo, non può essere pulito uno sport in cui girano soldi; secondo, non ci vuole un genio a capire che il calcio è sporco, complimenti per la puntualità nelle osservazioni; terzo, ognuno ha le sue cazzo di passioni, io da bambino giocavo a pallone per strada ma probabilmente chi ti fa questi discorsi era troppo ciccione per essere accettato nelle partite in strada e si è dato al rugby per questo motivo; quarto, io tutti questi “rugbysti signori” non li vedo: certo, oggi sono tutti impegnati a fare i loro bei calendari per adolescenti insoddisfatte ed a farsi fotografare con i bambini in braccio, e forse è proprio il motivo per cui la Nazionale ora dopo i passi da gigante compiuti fino a metà anni ’90 che l’hanno portata a disputare il Sei Nazioni è praticamente ferma stabile al giorno d’oggi (ma siamo italioti, ed una sconfitta come quella di sabato, onorevole ma pur sempre sconfitta, la facciamo passare come un successo); ma se vi capita di litigare con qualche rugbysta vi accorgerete che molto spesso non ha vizi molto diversi da qualsiasi altro teppista stronzo del fine settimana: la fiatella da alcool, la voce sbiascicante, e qualche volta anche il naso impolverato… Certo, concordo col dire che le mele marce ci sono dappertutto, ma allora che cazzo fate la morale in giro? Mi ricordano tanto gli sbirri che piangono i loro colleghi morti e coprono i loro colleghi vivi che disonorano la loro stessa divisa…
La verità è che “qualcuno” sta pianificando il business del “dopo-calcio”, visto che il calcio nel nostro paese è destinato a morire. Hanno trovato un altro sport che in futuro potranno ricoprire di soldi per continuare a fare i propri interessi; ed a quel punto li vedremo quanto “signori” sono i rugbysti… Nel frattempo magari saremo tornati a vivere il calcio a modo nostro, senza più uno stato di polizia che serve solo a proteggere gli interessi dei vari intrallazzatori che ci marciano!
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